Nella Marca Trevigiana, ai piedi del Montello, una mostra che testimonia il legame del territorio con l'espressione artistica di figure geniali che hanno apportato una vera e propria rivoluzione nella storia dell'arte: Gino Rossi, Arturo Martini, Guglielmo e Beppe Ciardi, Luigi Nono, Umberto Moggioli, Aldo Voltolin, Pio Semeghini, Ettore Tito, Pietro Fragiacomo, Teodoro Wolf Ferrari, Giacomo Favretto, Virgilio Guidi, Filippo De Pisis, ...
La mostra è la prima di un trittico e comprende un periodo di tempo che parte dalla fine dell'800 fino alla Prima Guerra Mondiale.
A Venezia c'era l'Accademia delle Belle Arti, la scuola d'arte italiana per eccellenza, dove i "mostri sacri" miravano a conservare la tradizione classica. Diventa comunque il germe per lo sviluppo di nuove idee che fondono magicamente la luce rinascimentale e la fedeltà naturalistica con l'atmosfera metafisica.
In mostra sono esposti circa 90 dipinti e alcune sculture del maestro Arturo Martini. Gli artisti, quali Gino Rossi, che erano già riusciti ad esprimere immediatezza e libertà formale, testimoniano la frequentazione dei più famosi Gauguin, Matisse e Cezanne.
Insomma, l'arte veneta della fine del XIX secolo e degli inizi del XX non ha niente a che invidiare ai più famosi artisti d'Oltralpe. Riesce a svecchiare l'arte aprendola alla luce e al plein air.
L'isola di Burano costituirà la sede spontanea di una scuola di giovani artisti che trascorrono l'estate condividendo lavoro e riflessioni lontano da Venezia e dai suoi schemi.