Manuela Bedeschi pone già nel titolo della mostra “AI POETI” la testimonianza della sua poetica e valorizza l'esperienza artistica della luce al neon nelle installazioni, con delicatezza la modella nella realizzazione delle parole “casa”, “guarda-pensa-ascolta” e, ancora, “vola” e “sogna”.
Così anche l’industriale luce a led perde l’origine tecnica e muta in percorsi di fluida luminosità cromatica, nella penombra delle sale prive d’affreschi del piano nobile della magnifica
Villa Caldogno.
Più sotto, nel seminterrato della Villa, la luce al neon ritorna nelle singole parole e in opere precedenti che usavano il riutilizzo di elementi di arredo, e dove anche la carta velina, nella fragilità della materia, evolve in espressione creativa variamente colorata.
