La mostra “AMG” nasce da uno dei miei incontri a Venezia con Clarenza Catullo, che mi ha portata a conoscere e visitare la Fondazione Marchesani.
Proprio qui, negli spazi della Fondazione, il visitatore ha la possibilità di immergersi in un percorso delle mie opere artistiche che vanno dagli anni ’70 ad oggi. Si tratta di un numero limitato, ma significativo, di creazioni realizzate in 40 anni di lavoro.
Questo spazio, affascinante, ha un percorso obbligato che permette al visitatore di seguire le varie installazioni con attenzione.
Lo spazio è stato concepito come una scenografia teatrale dove l’opera vuole essere protagonista.
Tutte le opere esposte hanno dei principi fondamentali in comune, ovvero lo spazio, la geometria e l’architettura, pur essendo visivamente e materialmente differenti tra loro. Si passa dai lavori in china su acetato degli anni ’70 all’installazione “Oltre il limite del 2020, un cubo in acciaio e led.
Il rapporto tra struttura e sensibilità è ciò che caratterizza tutte le mie opere.
