Per la prima volta in Italia, la mostra “Beyond Drifting: imperfectly known animals”
della pluripremiata fotografa britannica che da anni smuove le
coscienze con opere visivamente bellissime che, viste da vicino,
rivelano la loro origine: sono rifiuti plastici raccolti dall’autrice
nelle spiagge e negli oceani di tutto il mondo, e testimoniano
l’invasione delle plastiche nella nostra civiltà, ad ogni latitudine e
nella forma di infiniti oggetti abbandonati dall’uomo. “Beyond
drifting”, in particolare, è una raccolta di immagini di grande formato
che raffigura particelle simili a microrganismi marini. Ogni soggetto ha
un nome che richiama le scoperte naturalistiche ottocentesche del
naturalista John Vaughan Thomson a Cobh, in Irlanda, per classificare i
vari tipi di plancton. Ma non siamo più nell’Ottocento, e le fotografie
rivelano la loro natura: sono frammenti di rifiuti plastici che
galleggiano alla deriva nei nostri mari, ironicamente definiti “animali
non ancora conosciuti”. Hanno nomi fantasiosi ma verosimili come
“Ophelia Medustica” e “Nebulae Plaurosbratich” e rappresentano una
traccia della nefasta attività umana nell’epoca della plastica.
La mostra è stata promossa dalla Provincia autonoma di Trento
attraverso l’Agenzia per la Depurazione, Servizio Gestione degli
Impianti, e fa parte della campagna informativa “Not In My Planet”. La
campagna, iniziata nella primavera di quest’anno, punta ad intervenire
sul tema dell’inquinamento da plastica con azioni di informazione,
promozione delle migliori pratiche e dei comportamenti virtuosi e con i
mezzi dell’arte e della partecipazione attiva: oltre alla mostra del
Buonconsiglio, la campagna “Not in my Planet” proseguirà in questi mesi
con incontri sul territorio trentino alla presenza di studiosi,
ricercatori, attivisti e rappresentanti di aziende nel campo della
plastica, della lotta all’inquinamento e del trattamento dei rifiuti. E’
inoltre stato promosso un concorso rivolto alle scuole che premierà, la
prossima primavera, le classi con i migliori risultati nell’ambito
della sensibilizzazione e della creazione di opere sul tema dei rifiuti
plastici. Imperfectly Known Animals (“animali non perfettamente
conosciuti”),fonte di ispirazione per la mostra “Beyond drifting” di
Mandy Barker, è una citazione tratta da un’opera del naturalista inglese
John Vaughan Thompson e dedicata alle ricerche sul plancton e sulla
fauna marina che egli aveva effettuato in Irlanda durante gli anni ‘20
dell’Ottocento. Thomson inventò la rete per il plancton che gli permise
la raccolta di queste creature microscopiche, e gli anni trascorsi a
raccogliere esemplari di queste specie nelle coste a sud dell’Irlanda
sono stati i più importanti della sua carriera. La sua osservazione
della metamorfosi del plancton Zoea è stato un importante risultato
nella zoologia, e il suo volume “Zoological researches and
illustrations” è stato portato a bordo dal giovane Charles Darwin, per
il suo secondo viaggio sulla HMS Beagle. Gli “animali non perfettamente
conosciuti” illustrati da Mandy Barker che compongono la mostra “Beyond
drifting” sono frammenti plastici ritrovati negli stessi luoghi dove
Thompson raccolse i suoi esemplari di plancton quasi 200 anni fa. Questa
volta, però, non si tratta di elementi naturali, ma di rifiuti prodotti
dall’uomo e finiti in mare: ci sono ruote di automobile, suole di
scarpe, molle industriali, bambole, reti porta-lattine, componenti di
telefoni cellulari. Oltre all’inquinamento visibile, questi rifiuti
portano con sé una minaccia ancora peggiore: la loro progressiva
frammentazione in pezzi sempre più piccoli li farà diventare
microplastiche, e potranno essere ingeriti dalla fauna marina, entrando
quindi nella catena alimentare e coinvolgendo tutte le specie, uomo
incluso. Ecco quindi una nuova specie di plancton, un “plancton di
plastica” minaccioso per l’ambiente e la salute. Gli oggetti fotografati
in “Beyond drifting” stati ritrovati da Mandy Barker nei dintorni di
Cobh, nella baia di Cork, in Irlanda, e fotografati in un arco di tempo
di due anni. L’autrice ha utilizzato esposizioni multiple per rendere
l’idea del movimento di queste particelle nel mare.
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