Giulio MalinverniGli occhiali appannatiA cura di Roberto NardiOpening: 7 maggio, dalle 16.00 alle 19.30Libreria Minerva – PadovaIn collaborazione con Marignana ArteLa mostra sarà visitabile fino al 28 maggioLa Libreria Minerva, a Padova, è lieta di annunciare la mostra di Giulio Malinverni, Gli occhialiappannati, dal 7 maggio prossimo. L’esposizione, in collaborazione con la Galleria Marignana Arte diVenezia, presenta una serie di dipinti inediti realizzati dall’artista per il progetto curato da RobertoNardi.Il titolo Gli occhiali appannati è metafora di una doppia condizione umana in una drammatica epocasegnata dal Covid: una, di carattere pratico, determinata, specie nel periodo invernale, dall’uso dellamascherina; l’altra, interiore, riguarda la situazione di incertezza e di paura, di perdita dei parametriabituali del vivere comune a causa delle restrizioni nelle dinamiche dei rapporti interpersonali. Inquest’epoca pandemica non finita, dove ciò che è possibile oggi domani può cambiare, appare difficileriuscire a trovare dei punti fermi sui quali costruire una nuova visione del domani.L’opera di Malinverni, artista piemontese da anni a Venezia per gli studi all’Accademia di Belle Arti,prima con il diploma in restauro e poi i corsi di pittura all’Atelier F con Carlo Di Raco, non nasce certodall’esperienza della pandemia ma dalla pandemia sembra aver tratto linfa per accrescere una duplicecondizione, quasi un ossimoro: la rappresentazione di un “Paradiso infernale”. Malinverni si muove con un agire artistico che prende esempio dalla tradizione di grandi maestri oartisti poco noti del ‘400 e ‘500 - nei paesaggi, nelle architetture degli edifici mostrati, che slittanofino al ‘900 della Metafisica di De Chirico - ma introduce nella composizione dell'opera unacomponente, un “virus”, che rende incerta la sensazione ultima dell’immagine, ora apparentementeaulica ora drammatica, e crea un senso di spaesamento, di disequilibrio percettivo nello spettatore. I diversi toni di blu, i verdi tenui, che danno vita a un lavoro dove in scena c’è un'apparente serenità,turbata da striature di colore che paiono richiamare piogge bibliche, lasciano spazio in altre opere a rossi cupi o gialli accesi che formano idealmente paesaggi che ricordano scene immaginate sulle originidel mondo, eruzioni di vulcani, catartiche ribellioni della Madre Terra. E in alto sulla tela, profili dicittà celesti. Redenzione per perdizione, Paradisi ed Inferni che a volte stanno nella stessa inquadraturauno vicino all’altro. In un’epoca offuscata dall’incertezza, cosa verrà tra scelto tra i due? L’artista non aiuta; anzi, introduce altri elementi che aiutano a confondere, come l’ironia nei titoli, nellapresenza nell’opera di soggetti inaspettati o fuori contesto. Come nei dipinti e nei testi di un periodo alui caro - i cui canoni manipola a suo piacimento -, Malinverni carica le opere di simboli, diriferimenti, di arditi accostamenti. Allo spettatore il compito di scegliere i suoi punti d'appoggio, comepuò estrarre da uno scaffale e leggere un testo tra mille altre espressioni del sapere letterario escientifico in una biblioteca, nello spazio della libreria antiquaria padovana che accoglie ed è parte essastessa del progetto. A complicare ulteriormente le cose, il fatto che Maliverni ha ideato per la mostra un’opera-installazionedove, quasi in chiave dantesca, la sala-cripta della libreria diverrà altro.
