“Le arti sono le foreste pluviali della società. Producono l’ossigeno della libertà e sono il primo sistema d’allarme a scattare quando la libertà è in pericolo.” June Wayne
GUERRA/WAR
riflessioni di Gaetano Salerno
Agli albori di quella che sarebbe divenuta la principale avanguardia storica italiana del Novecento e agli albori di quella che sarebbe divenuta la prima - anche se non l’unica - tragedia umana del Novecento, la guerra appare agli occhi e nelle menti di una considerevole parte di società di inizio secolo, l’ “unica igiene del mondo”.
Da quel momento e ben oltre il “secolo breve”, arte e guerra hanno intrapreso, nello sviluppo degli eventi scanditi dalla cronologia storica dei molti conflitti internazionali dei quali l’umanità è stata responsabile e testimone, percorsi paralleli che spesso si sono intersecati, fino a sovrapporsi e coincidere in molti episodi, anche attuali.
Agli artisti è spesso stato affidato l’incarico di sottolineare e amplificare gli eventi storici, utilizzando la propria espressività talvolta per promuovere e talvolta per denunciare le guerre, definendo una complessa e articolata letteratura che ha talvolta evidenziato i suoi orrori e disastri (la forma inerte di un incespo nel processo di umanizzazione) e talvolta enfatizzato la sua spinta propulsiva alla conquista di nuovi scenari futuri (la definizione di nuove alleanze geopolitiche, di nuove strategie commerciali, di nuove forme di dominio).
La guerra e l’arte, superate le posizioni di trincea del Grande Conflitto, hanno sempre più penetrato sistemi estranei (almeno superficialmente) alla sfera bellica e militare, inverandosi così in nuovi meandri della comunicazione, fino ad alimentare, potenziate dal nuovo ruolo mediatico assunto con sempre maggior efficacia e consapevolezza, nuovi luoghi dello sviluppo tecnologico ed economico.
L’angoscia e il disgusto che i morti di tutte le guerre avrebbero dovuto creare nella coscienza condivisa della popolazione dell’ultimo secolo, ha invece originato, anche attraverso una strategia occultamente manipolata dei linguaggi iconici, nuove forme di distrazione di massa e nuove visioni alimentate da flussi ininterrotti di immagini, di materiali video, di elementi grafici altamente dissonanti ma altamente assuefacenti.
Arte e guerra sono state così spesso accostate, dalla propaganda mass mediatica, in un binomio indissolubile che ha introdotto però un evidente paradosso concettuale, un ossimoro sistemico, laddove la prima definisce linee progettuali costruttive e la seconda linee progettuali distruttive.
Il paradosso ha generato antinomie, talvolta lasciato intuire distopie mai divenute reali ma esistite sotto forma di potenziali realtà esplorabili, spesso lasciato emergere dubbi sulla relazione complessa tra costruzione e distruzione, come se anche l’arte nelle forme estreme assunte tra prime e seconde avanguardie del Novecento ambisse alla distruzione (dei linguaggi, dei sistemi dapprima artistici e poi sociali) e le guerre, invece, a salvifiche quanto necessarie forme di ricostruzione e di riparazione alle ingiustizie storiche e sociali.
Invertendo così il valore di concetti morali, arte e guerra hanno continuato a dialogare e a specchiarsi spesso l’una nell’altra; come nel progetto espositivo curato da Adolfina de Stefani, per condurre a una riflessione critica sulle modalità con le quali la contemporaneità percepisce e affronta questo binomio, qui svincolato da seconde letture politiche e scevro da giudizi morali.
Prima e seconda guerra mondiale, guerra fredda, recenti conflitti hanno continuato a intravedere nella comunicazione e nell’espressione artistica formidabili manifesti ideologici attraverso i quali orientare e condizionare le opinioni pubbliche, promuovere e celebrare ideali, demolire e depotenziare miti e posizioni nemiche.
Arte di denuncia, arte di regime, arte degenerata: sempre le guerre hanno avviato lo sviluppo del linguaggio artistico nel periodo recente, anche e soprattutto nella lettura delle conseguenze sociali e culturali indotte dai conflitti e dalle loro ricadute nella società massificata, consumistica, globalizzata, informatizzata.
Se la guerra distrugge e l’arte crea, nell’attimo in cui il paradosso ne ridiscute le rispettive valenze, l’arte e la guerra aggrediscono in egual misura le opinioni, le dividono, fomentano discussioni, esprimono l’assenza o il dissenso, apparendo così, in una realtà debordiana, l’una il riflesso dell’altra e, nel riflesso, sovrappongono verità e falsità per generare cortocircuiti psichici e nuovi spunti di riflessione.
Come in questa mostra in cui ciascun artista invitato riflette sul tema della guerra e ci offre uno spaccato di un’opinione pubblica non mainstream ma onesta e diretta come solo l’arte, libera da servilismi ideologici e da totalitarismi mediatici, sa essere, per divenire, oltre la forma e i formalismi, denuncia di ciascuna espressione di violenza.
L’esposizione a cura di Adolfina de Stefani, presentazione e testo critico a cura di Gaetano Salerno, inaugura sabato 20 gennaio alle ore 17.00 presso la galleria Visioni Altre di Venezia, e resterà aperta fino a domenica 18 febbraio 2024.
Durante il vernissage verrà presentata la performance NARRAZIONE E CONTRO NARRAZIONE ideata da Adolfina de Stefani con la partecipazione di Moira Lena Tassi e Antonello Mantovani
Artisti partecipanti:
Salvatore Alboretti ITALIA, Demosthenes Agrafiotis GRECIA, Daniela Antonello ITALIA, Patrizia Antonini ITALIA, Philippa Armstrong ITALIA, Fati Bagaturia GEORGIA, Alda Baglioni ITALIA, Alessandro Baldo ITALIA, Antonio Bellotto ITALIA, Wanda Bennati ITALIA, Claudia Beraldo ITALIA, Luisa Bertocco ITALIA, Henning Bock GERMANIA, Mariella Bogliacino ITALIA, Francesca Bonollo ITALIA, Laura Borgo ITALIA, Marité Bortoletto ITALIA, Mirella Boso ITALIA, Bruneo ITALIA, Maria Encanacion Cabezon SPAGNA, Mirta Caccaro ITALIA, Silvia Cacciatore ITALIA, Luisella Caffieri ITALIA, Claudio Caldana ITALIA, Lamberto Caravita ITALIA, MARIA TERESA CAZZARO ITALIA, Mirko Celegato ITALIA, Veronique Champollion FRANCIA, Giovanni Cicognani ITALIA, Pier Paolo Colucci ITALIA, Maurizio Cont ITALIA, Maria Credidio ITALIA, Ilario Dalvit ITALIA, Ilario Dalvit ITALIA, Daniel De Culla SPAGNA, Wanda De Faveri ITALIA, Antonio De Marchi Gherini ITALIA, Alessandro DE PETRE ITALIA, Adolfina de Stefani ITALIA, Gabriele Ivan Di Battista ITALIA, Gianni Donaudi ITALIA, Yuki Ebukuro ITALIA GIAPPONE, Alessandro Ferrari ITALIA, Marzia Gallinaro ITALIA, Domenico Gheller ITALIA, Michela Giacon ITALIA, Gabriella Giuriato ITALIA, Paolo Gobbi ITALIA, Giorgia Goldberg ITALIA, Paolo Gubinelli ITALIA, Lucia Guidorizzi ITALIA, Sandra Gusso ITALIA, Benedetta Jandolo ITALIA, Annamaria Jodice ITALIA, Marco Lami ITALIA, Maria Susy Lughezzani ITALIA, Olga Maggiora ITALIA, Giulio Malfer ITALIA, Marilena Marson ITALIA, Sandra Marzorati ITALIA, Giuseppe Matrascia ITALIA, Antonello Mantovani ITALIA, Anja Mattila-Tolvanen FINLANDIA, Maura Mattiolo ITALIA, MELARANCE (Maritè Bortoletto,Silvia Martini, Micaela Spinazzè)ITALIA; Alla Melinychuk UCRAINA/ITALIA, Marcin Mikolajczak UCRAINA, Mauro Molinari ITALIA, Fernando Montà ITALIA, ITALIA, Michela Montrasio ITALIA, Giovanni Morgese ITALIA, Paolo Ober ITALIA, Iryna Ozarynska UCRAINA-VENEZIA, Dino Paccagnella ITALIA, Silvano Pertone ITALIA, Barbara Pellizzon ITALIA, Gianna Piacentino ITALIA, Gentile Polo ITALIA, Veronique Pozzi Painè ITALIA, Tiziana Priori ITALIA, Nicolò Renda ITALIA, Rossella Ricci ITALIA, Sabina Romanin ITALIA, Letizia Rostagno ITALIA, Salvatore Sacco Italia, Gianni Sandonà ITALIA, Valeria Sangiorgi ITALIA, Lucia Sardagna ITALIA, Simonetta Silvestrini ITALIA, Marilena Simionato ITALIA, Manuela Simoncelli ITALIA, Celina Spelta ITALIA, Andrea Spinardi ITALIA, Guidonia Stevanato ITALIA, Giacomo Talon ITALIA, Atsuko Tanaka GIAPPONE, Daria Tasca ITALIA, Moira Lena Tassi ITALIA, Zeudi Termini ITALIA, Claudio Tiberio ITALIA, Paola Toffolon ITALIA, Rossana Trangoni ITALIA, Maria Irene Vario ITALIA, Giorgio Vazza ITALIA, Javier Josè Velasco SPAGNA, Stella Pirola Zaltieri, ITALIA, Roberta Zanghellini ITALIA, Guadalupe Zepeda ITALIA, Anna Zinato ITALIA, Giorgio Zuppichin ITALIA.
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