Una visione delicata e poetica trapela tra le tele dell’artista toscano Massimo Barlettani, che dedica agli Haiku, componimenti in diciassette sillabe di origine giapponese, la mostra che si svolgerà nelle eleganti sale de l’Atelier L’idea di Luisa Amatori, raffinato spazio vicentino che sia affaccia su una delle piazze più belle del Veneto, proprio di fronte alla celebre basilica palladiana. Come gli haiku, le opere di Barlettani esprimono l’emozione profonda di un attimo destinato a non ripetersi, trattenendone la più intima essenza. Leggeri, perfetti nella loro eterna caducità, i fiori di Massimo Barlettani si rivelano esperienze pittoriche che sembrano sovrapporsi alla definizione dei componimenti giapponesi data da Barthes, che li definisce “una poetica di silenzi, una fragile essenza di apparizione”. Barlettani attua e invita a prendere atto della necessità di riflessione sulla caducità del presente e sulla sua preziosità: per l’artista ogni attimo, unico e irripetibile, va vissuto con piena coscienza. La semplicità della natura mantiene intatti segreti che possono solamente essere intuiti e non svelati: l’occhio attento di Barlettani penetra questa profondità misteriosa esortando chi guarda a partecipare dell’emozione, a cogliere il valore della bellezza nascosta tra le pieghe del quotidiano. La pennellata, così come la poesia, si fa essenziale. Nel silenzio e nel vuoto, trova spazio l’intuizione del vero.
