Domenica 16 ottobre 2022 alle ore 17:00 si inaugura INK | Oltre le parole esposizione d’arte che accompagna la rassegna Profumo di Carta alla sua VII edizione. La mostra è una vera e propria esplorazione nel mondo dell’arte attraverso le opere di Anastasia Moro, in arte A.MO., Nicoletta Faltracco (Lithart), FrancescoPi, Stefano Presi e Samuela Scatto. Cinque artisti per addentrarsi in cinque differenti linguaggi e avvicinarsi all’esperienza visiva dell’opera d’arte. Forme e segni si trasformano in una “scrittura” differente da quella trascritta e letta nei libri. Si apre un mondo fatto di leggi proprie, abitato da carte, colori, materiali diversi. Punto di partenza per questo viaggio è il pensiero degli artisti che diventa però tutto del visitatore nel momento in cui lo osserva attraverso l’opera in mostra. La molteplicità di significati attribuibili comporta un’infinita potenzialità di traduzioni della realtà.
Linguaggi che vanno oltre le parole e che, con la particolare pervasività dell’arte, spostano e catturano l’osservatore in una delle tante alterità possibili. Il salone di Villa Cerchiari diventa ancor di più, con il contributo dell’esposizione, un susseguirsi e un coacervo di lavori, di forme aperte per assorbire la realtà: trascritta o plasmata che sia.
Ad accompagnare la mostra, come nelle edizioni precedenti, il catalogo dell’esposizione. Sarà la prima pubblicazione ad essere presentata al pubblico della rassegna Profumo di Carta domenica 16 alle ore 17.00 in concomitanza all’apertura della mostra. L’edizione, come la mostra, è curata dall’associazione Metamorfosi con i contributi critici di Angela Stefani. Novità del catalogo per il 2022 sono le copertine: vere e proprie “scritture” degli artisti, piccole opere d’arte ad apertura della pubblicazione. La pubblicazione è infatti stata realizzata con una tiratura limitata e con gli interventi artistici di A.MO., Lithart, FrancescoPi, Stefano Presi e Samuela Scatto. Il catalogo è disponibile con contributo consapevole o iscrizione a Metamorfosi | associazione culturale.
Anastasia Moro, in arte A.MO., presenta in mostra opere in resina materia di cui, nel tempo ha imparato a conoscere, indagandone le potenzialità espressive. Le immagini che ne distilla sono astrazioni biomorfe spesso formanti “cataloghi”. Le differenti e particolari resine sono tutte espressioni di un’infinita variabile dell’essenza vitale. Le anime o lucciole sono frutto di un procedimento certosino non lasciato al caso che sviluppa una figurazione raffinata e primigenia, estremamente evocativa.
Lithart (Nicoletta Faltracco)propone in mostra racconti sviluppati a partire dall’indagine della forma nel colore: la cianotipia soprattutto è il mezzo che l’artista ha recentemente impiegato e sperimentato. Da un lato scatti fotografici autografi sono la base per la manipolazione dell’immagine attraverso la luce nella carta fotosensibile; dall’altra il puro colore ciano è fermato attraverso una forma e un agire sulla carta. Il risultato sono narrazioni bloccate in paesaggi onirici, abbandonati tra terra e cielo.
FrancescoPi interviene su una ricerca di natura plastica analizzando sia in fase progettuale sia nell’opera compiuta l’anatomia di forme e materia. Da una parte quindi la forma perfetta tracciata su carta in variabili indipendenti, imperfette o, meglio, reali. Dall’altra parte la materia che emerge dalla superficie come attestazione della propria stessa genesi.
Stefano Presi presenta schizzi e progetti ideativi e tecnici del suo fare architettura ricordandoci che questa particolare espressione dell’arte è prima di tutto un’analisi astratta e, solo dopo l’indagine dei vincoli e il coerente sviluppo di forme e volumi, diventa spazio costruito. La selezione delle opere ci conduce quindi attraverso le varie fasi: monologhi, sotto forma di bozzetti accompagnati da scritti per radunare le prime idee da cui procedere con lo sviluppo fino alla trascrizione ultima. La linea guida di questo procedere è sempre il pensare a un’architettura armonica che possa trasformare i limiti in opportunità; i concetti in figura.
Samuela Scatto dipana costruzioni in cui l’unico elemento fisso sono le tracce delle sue personali riflessioni che condivide con l’osservatore variando ogni volta la materia impiegata. Sul gesso appaiono impronte della mentalità “usa e consuma” dell’uomo d’oggi; entro resina si conservano essenze fragili e preziose della Natura da tutelare e salvare; connessioni e legami labili tracciano su carta le comunicazioni globali e virtuali; disegni ad inchiostro infine si accostano ai pensieri trascritti.
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