Dal 20 giugno al 20 agosto 2023 la Fondazione Famiglia Zago ospita la mostra La Buona Terra. Il percorso espositivo, sobrio ed elegante, si prefigge l’obiettivo di guidare alla conoscenza di alcune opere di Arturo Martini “modellatore”, accostate, in nome di un dialogo ideale, con le “terre rare” del noto artista Elio Armano.
Le ceramiche, maioliche ed opere fittili collezionate da Costantino Barile, sono ora il fiore all’occhiello della collezione Bruno e Anna Maria Zago. Le meravigliose istantanee di terra sono ricche di suggestioni primitive e di arcaismi, altre sono ispirate a temi ricorrenti nella produzione martiniana dei “valori plastici” ed attestano il ritorno alla realtà degli anni Venti; ripercorrono temi legati alla vita, alla religione, al classico e al mito.
Fra le grandi composizioni di figura di Martini, si inserisce a pieno titolo la produzione plastica mobiliare di cui, le squisite ceramiche esposte in mostra, sono chiara testimonianza. Tali opere consentono di apprezzare il portentoso talento dell’artista che si riscontra nella fattezza, nella scelta dei tagli sommari, nella costruzione del modellato a blocchi, così come nelle pozze d’ombra, tipiche dello stile dello scultore, cavate nella profondità spaziale, nei bassorilievi di maiolica policroma e nelle opere in terracotta: esempi di finissima modellatura sapide di sale
etrusco.
Il rapporto speciale con la terracotta è il filo conduttore con i manufatti di Elio Armano scelti per questa occasione, terre in grado di racchiudere i tratti stilistici più significativi dell’intensa vicenda artistica e del processo creativo di Armano, tutto racchiuso nel concetto chiave del “pensare con le mani”.
Le "terre rare" di Armano, seppur dalla mutata poetica, derivano anche dalla tradizione del Martini, basti solo pensare che per Armano, maestro e mentore fu Alberto Viani, ricordato come il miglior allievo di Martini. Genealogia a parte, le sue opere segnano un percorso di vita giocato intorno alla potenzialità della materia cruda e viva: l’argilla. Un materiale povero, antichissimo di cui Armano è sapiente conoscitore. L’argilla è da lui agita, manipolata, modellata seguendo strade, intenzioni e progetti per nuove dimensioni saldamente ancorate alla nostra tradizione. Forme arcaiche, geometrie, stilemi, teste cave, piccole sculture di
paesaggi e città ci propongono un volo dentro alle viscere della terra – crèa (argilla in dialetto veneto) e parlano essenzialmente di noi, del dritto e del rovescio della nostra civiltà.
La Mostra è promossa e prodotta dalla Fondazione Famiglia Zago con la curatela di Mauro Perosin e l’allestimento di Gabriele Toneguzzi.
Orari di apertura
giovedì e venerdì: 16:00-20:00
sabato e domenica: 10:30-12:30, 16:00-20:00
Chiuso 14-15-16 agosto.
Ingresso gratuito
