Museion presenta Oscillations, la prima personale in un museo italiano di Marguerite Humeau (1986, Cholet, Francia). Nei suoi lavori Humeau indaga la nostra epoca digitale immergendosi nei grandi enigmi sedimentati nei secoli, nei paradossi e nelle contraddizioni della storia dell’umanità e nei suoi millenari tentativi di stabilire una connessione con l’universo. Con un approccio interdisciplinare e speculativo, nelle sue ricerche l’artista coinvolge esperti ed esperte di diverse discipline – dalla paleontologia alla musica, dalla zoologia alla linguistica. La sua opera sfaccettata – composta principalmente da disegni, installazioni sonore e scultoree- presenta ipotesi aperte, che stimolano la capacità immaginativa del pubblico. Il progetto espositivo per Museion presenta un gruppo di sculture in bronzo, marmo e pietra e prende le mosse dalla fascinazione e il mistero intorno alle statuette preistoriche delle veneri, risalenti all’età paleolitica. In particolare l’artista esplora gli influssi che le sostanze psicoattive di cervelli animali potrebbero aver avuto sulle forme scultoree delle figure preistoriche delle veneri stesse. La mostra a Bolzano è la terza e ultima tappa di un più ampio progetto di ricerca e di collaborazione, che ha toccato il New Museum di New York (2018) e quindi il Kunstverein di Amburgo (2019). Alle statuette preistoriche delle veneri non è stato attribuito un significato univoco. Nonostante le diverse località di rinvenimento (Europa e Siberia) e la distanza che le separa, esse presentano elementi formali comuni: corpi sinuosi con grandi seni, addomi, fianchi e cosce, mentre sono generalmente affusolate nella parte superiore e inferiore del corpo. Tra le diverse teorie, Marguerite Humeau si è confrontata con quella dell’antropologa Bethe Hagens, che stabilisce un collegamento tra le figure delle veneri e il cervello animale. In particolare, Humeau ha cercato di identificare quali forme celebrali siano riconducibili a quelle di alcune statuette. Da queste associazioni sono quindi nate le sculture che compongono il progetto a Museion, le “veneri-cervello”. Le veneri sarebbero inoltre legate a riti sciamanici tramite i quali intraprendere un viaggio mentale in un altro mondo o dimensione. In questo senso, nella mostra a Museion le veneri sono parte di una grande installazione immersiva, in cui sono spazio mentale e architettonico sono in messi in dialogo. Il pubblico è invitato a entrare e vivere un’esperienza emozionale, fatta di vibrazioni, suoni e luci che risuonano come un grande cervello intento in un’attività sciamanica. Nella proposta dell’artista, le veneri-cervello sarebbero infatti veneri parlanti, che, data la loro appartenenza al mondo degli spiriti antichi, probabilmente conoscono il futuro e il senso stesso della storia. Il pubblico può udirne la voce, ma non comprenderne il linguaggio. Le “voci” delle veneri si propagano dalle pareti del museo, come se l’architettura rispondesse a un rituale immaginato dall’artista, mettendosi in connessione con il mondo degli spiriti. Inoltre, attraverso uno studio attento, la luce naturale – elemento che caratterizza l’architettura di Museion– è integrata ed elaborata come percorso dal mondo reale ad un altro mondo, con il quale la pratica sciamanica permette di comunicare. Sono parte della mostra anche una serie di disegni inseriti in light box, sulle ricerche condotte dall’artista durante la gestazione del progetto. I disegni sono da considerarsi elementi progettuali, ma anche mappe del suo percorso di ricerca. “La mostra di Marguerite Humeau si inscrive in una prospettiva che Museion ha costantemente perseguito negli ultimi anni ovvero considerare il passato non come qualcosa di concluso, ma di ripensarlo per creare visioni e immaginari futuri. Inoltre, il progetto si inserisce in una serie di sguardi al femminile che propongono una lettura altra rispetto a griglie patriarcali.” così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion
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