“Il collage è la nobile conquista dell’irrazionale, l'accoppiamento di due realtà, inconciliabili in apparenza, su un piano che apparentemente non li soddisfa.”
“La creatività è quella meravigliosa capacità di cogliere realtà tra loro distinte e disegnare una scintilla dalla loro giustapposizione.” – Max Ernst
L’Associazione Artemisia presenta, nell'ambito del programma WOW, la nuova mostra personale “OGNI COSA E’ CONNESSA (Storie con finale aperto)” di Michele Ardito.
Mi capita spesso di percepire come familiari alcuni ambienti naturali, odori, sensazioni e situazioni che non ho mai vissuto direttamente, almeno non in questa forma di esistenza. Non ho mai visitato la foresta amazzonica o la giungla del Congo, ad esempio, eppur mi paiono tanto “vicine”. Sono convinto di essere stato, decine, o migliaia, o milioni di anni fa, una creatura di questi luoghi, con piccole zampe protette dal fitto sottobosco e dai colori variopinti e che qualcosa, un misterioso messaggio tramandatosi nel tempo attraverso le cellule e il DNA, sia giunto all’organismo che incarno oggi: sono stato scolopendra o pitone birmano? Scarabeo o fungo luminescente? Felce o piccolo lemure? Siamo tutti fatti della stessa sostanza: mutiamo, moriamo, rinasciamo e ci portiamo dentro i ricordi di quello che è stato, di altre creature e luoghi che il nostro presente non ha mai visto, ricordi sbiaditi fatti di sensazioni più che di fotogrammi, sensazioni lontane nel tempo e nello spazio. Siamo stati e saremo parte integrante di tutto quello che esiste.
Vi è una connessione esistenziale che ci lega tutti, amorevolmente.
Non vi è nulla che non sia relazionato al resto. Una minuscola creatura che cammina in terra non può aver visto dall’alto il moto delle galassie, eppure quel movimento risulta disegnato nel proprio codice genetico, gli insetti riescono a seguire le direzioni guidati dalle stelle, i fiori e le piante si schiudono specchiando il moto della Galassia, i fiumi somigliano ai capillari che irradiano il sangue del nostro corpo. Veniamo al mondo con una sorta di “sapere cosmico”. Ogni cosa è scritta in noi e si trasforma.
Ho cominciato a dipingere da adolescente, nel garage dei miei genitori in Puglia, circondato da pomodorini e peperoni appesi ad essiccare e dalle tavolozze e colori di mio padre, anch’egli pittore: i rossi, gli azzurri ed i verdi fluivano in me. Entravo in una sorta di meditazione inconsapevole ascoltando il dolce e potente suono dell’Oud arabo che facevo suonare in un piccolo stereo tramite vecchie audiocassette trovate chissà dove. Col cuore visualizzavo le foglie degli alberi, mi rimpicciolivo e cominciavo a viaggiare attraverso le venature carnose delle piante, fino a raggiungere l’essenza del Tutto Cosmico e mi ritrovavo davanti creature antropomorfe e paesaggi surreali che riproducevo su tela.
Quelle creature, diventate “mie”, col tempo si sono trasformate nella metafora del mio vissuto, di quello che osservo e mi colpisce, sono divenuti racconti pittorici: un uomo solo in mare trasformato in capriolo con una corona di frecce di dolore, un passero ed una lucertola morti che si trasformano in acqua e risorgono in nuova esistenza, le intime e pacifiche solitudini di un pesce palla che trasporta un’isola di beatitudine in cui far riposare il proprio pensiero, l’omaggio divino alla riproduzione dei fiori tramite le api, regine del Pianeta, il pericoloso gioco della sopravvivenza e l’imbroglio indispensabile che madre Natura opera, raffigurato tramite insetti e ramarri, uno scarabeo legato al fondo marino tramite una corda che potrebbe spezzare con gran facilità ma che lo àncora, e ci si chiede se farà questo passo, o rimarrà ad attendere passivamente con la sua “catena” alla caviglia. La libertà e la speranza, la morte e la vita, il ciclo continuo dell’esistenza.
Ogni opera ha un titolo piuttosto esplicito, racconta una storia con il finale aperto, poiché è sempre “aperto” il finale di ogni storia.
Nato a Matera nel 1975. Vive e lavora a Milano dal 2001.
Affascinato dalla letteratura oltre alla pittura, si laurea in Lettere Moderne ad indirizzo antropologico nell’aprile 2001.
Partecipa a diverse mostre, tra cui: Collettiva “Artefiera Bari” (2001), Collettiva Galleria Kunsthaus Camaver di Lecco (2002), Personale Spazio Flores Milano (2004), Personale Spazio design Anadema Milano (2005)
Personale galleria Tallulah Milano (cura L.Sartini) (2013), Collettiva Ferro e Sale, Archivio Sacchi, Sesto S.G.(Mi) (2011), Collettiva giovani artisti Hotel Castello Lovere(Bg) (2011), Collettiva spazio Espace Plus, Madrid (2009), Collettiva spazio Design Tellulha, Milano (2009), Collettiva Galleria Arcade, Marina di Lepanto (2008), Collettiva Galleria Spazio01 Barletta (2007). Collabora come illustratore alla pubblicazione de: "I Colori Del Poeta", raccolta di poesie di Giovanni Dotoli, edito da Schena Editore, 2000. Partecipa come collaboratore scenografico e concezione generale alla creazione di performance di teatro-danza con la Compagnia di Danza Contemporanea italo-francese “Cie Ezio Schiavulli”, partecipando alla creazione delle seguenti pièce teatrali:
Madmoiselle (2004), Tra le cosce della terra (2006), Au bout de l’Oeil (2010), Tempo rubato al Crepuscolo (2011).
