OLTRE L’APPARENZA inaugurerà Sabato 14 Gennaio alle ore 18.00
“C'è uno schizzo ad ogni angolo.” – William Turner
L’Associazione Artemisia presenta, nell'ambito del programma WOW, la nuova mostra personale “OLTRE L’APPARENZA” di Silvio Zago.
La sua arte va dal realismo ottocentesco di Coubert e Corot ai neri su bianco di Franz Kline, dai riflessi, bagliori e foschie di Turner (Tempesta di neve, Battello a vapore al largo di harbour’s Mouth 1842) e Monet all’espressionismo espressionista del Resnik post bellico (Swan 1961) e alla più contemporanea artista comica Hannah Woodman, passando per il “Crepuscolo Luna” 1899 di Isaak Levitan e i porti e le spiagge di Eugene Boudin.
Difficile definirlo, con esattezza, quanto ad appartenenze stilistiche, ma una cosa è certa. Zago è un pittore paesaggista e come tale, si inserisce perfettamente nella definizione classica della moderna pittura di paesaggio. Per lui infatti, il paesaggio è un soggetto o un motivo di ispirazione su cui sperimentare i modi e il senso di una rappresentazione soggettiva della realtà attraverso un fare pittorico fondato sulla capacità istintiva di saper cogliere gli aspetti più intimi e belli della natura e di rappresentarli poi, semplicemente, per il pubblico.
L’uso prevalente della spatola su tela, un innato gusto del colore e lo studio della luce gli consentono composizioni cromatiche tanto ardite quanto piacevoli, che trasmettono all’osservatore la serenità, ma anche l’ansia di un pittore che si espone con inconsueto candore.
Fra i suoi ”landscape” troviamo canali, barche, calli, visti con l’occhio di chi non si accontenta della bellezza esteriore, ma che ne ricerca i tratti interiori, l’anima.
Così è, e forse ancora di più, per i numerosi paesaggi agresti, in cui casolari abbandonati, lungi dal suscitare in chi li osserva una facile nostalgia del passato, sembrano rivivere in armonia con la natura che li circonda. Così per gli agglomerati urbani, che sono un altro soggetto di Zago, in cui le case o i fabbricati, a volte persino affastellati, sembrano rivendicare una loro vitale esistenza.
Di lui, Mario Agnoli dice: “La saggistica sull’arte e sulle lettere, in genere, si ispira alle attribuzioni scolastiche. Nel caso della pittura di Silvio Zago, tuttavia, una attribuzione fedele ai suddetti programmi interpretativi non sembra possibile o almeno non può ritenersi sostanziale. Zago è pittore/poeta della sua terra: quella delle case dalle pareti bianche che conservano la luce assillante delle trasparenze acquee e delle terre che raccolgono le minute piante come gazzelle lungo i sentieri del vento. Il suo infinito non invita al naufragio leopardiano, ma alla raccolta di un seguito di sensazioni che si nutrono di canneti, di acque intuite e d’orizzonte arcano”.
Michele Citro - Giugno 2020
La pittura di Silvio Zago si muove in bilico tra Impressionismo ed Espressionismo. I paesaggi sono la colonna portante che contraddistingue la sua pittura, portandolo a continue sperimentazioni formali e compositive, concentrandosi soprattutto su un racconto soggettivo di ciò che svela agli occhi. Il paesaggio lo porta oltre un’oggettiva rappresentazione della realtà, coniugando, così, il dato empirico con una pittura di matrice emozionale. Silvio Zago infatti, si abbandona al sentimento, alle suggestioni, a ciò che avverte ogniqualvolta si trova a contatto con la natura che lo circonda.
Sono paesaggi all’interno dei quali l’uomo ritrova se stesso, inoltrandosi in una natura che lo accompagna nel suo andare quotidiano, divenendo fidata custode dei suoi segreti, dei suoi pensieri, delle sue paure, giungendo, così, ad una fusione totale con la stessa. Scorci di paesaggi che vorrei leggere come un estremo tentativo di salvaguardare la memoria di tutti quegli aspetti culturali e ambientali che avevano favorito l’insediamento delle comunità locali. Scorgo tra le tele di Silvio Zago una struggente e dolce nostalgia facendo sì che la natura diventi simbolo del tempo, che inesorabilmente passa, lasciando dietro di sé storie, volti, stagioni che ormai non torneranno più. Attraverso la sua pittura riesce, quindi, a cogliere gli aspetti più segreti e affascinanti della natura, riuscendo a condividerli e a comunicarli all’osservatore, rendendolo spettatore attivo che, in punta di piedi, sembra entrare dentro ogni sua singola tela e farsi attore protagonista, a sua volta testimone di ciò che gli occhi riescono a vedere e il cuore a provare. Racconta il paesaggio nell’andare delle ore e del susseguirsi delle stagioni, approcciandovisi in modo ancora candido e innocente. Tratta la materia pittorica sospingendosi verso la conquista dell’informale, prediligendo l’utilizzo dei colori ad olio, stesi servendosi della spatola.
Ciò lo porta a svelare un innato gusto del colore che arriva a coniugare a un attento studio della luce.
Colore e luce che giocano, si incontrano, si corteggiano, giungendo ad unirsi, dando vita ad un’armoniosa danza. I suoi scorci prediletti sono canali, barche, calli, campagne, colti non tanto come si svelano ai suoi occhi, bensì nella loro essenza più profonda, cercando di carpirne l’anima- Ciò lo si può avvertire nei paesaggi agresti, costellati da casolari abbandonati, ai quali Silvio ridona dignità, riportandoli a dialogare con la natura che li accoglie, abbraccia e protegge dallo scorrere inesorabile del tempo.
Ombretta Frezza
Silvio Zago è nato a Cavarzere, dove vive e lavora.
Impressionista ed espressionista allo stesso tempo, a volte quasi informale, predilige i lavori a olio, utilizzando soprattutto la spatola. E’ stato allievo di diversi maestri pittori, dai quali ha attinto i segreti e le particolari capacità per riportare sulla tela immagini legate ad emozioni. Nei suoi lavori, di straordinaria immediatezza, traspare l’amore per i luoghi della sua giovinezza: la campagna, i casolari, le valli, il Po e la sua laguna. Le sue mostre riscuotono ovunque vasti consensi. Molti sono i premi e i riconoscimenti ottenuti in vari concorsi. Mario Agnoli, di lui, dice: “La saggistica sull’arte e sulle lettere, in genere, si ispira alle attribuzioni scolastiche. Nel caso della pittura di Silvio Zago, tuttavia, una attribuzione fedele ai suddetti programmi interpretativi non sembra possibile o almeno non può ritenersi sostanziale. Zago è pittore/poeta della sua terra: quella delle case dalle pareti bianche che conservano la luce assillante delle trasparenze acquee e delle terre che raccolgono le minute piante come gazzelle lungo i sentieri del vento. Il suo infinito non invita al naufragio leopardiano, ma alla raccolta di un seguito di sensazioni che si nutrono di canneti, di acque intuite e d’orizzonte arcano”.
www.silviozago.com
Data inaugurazione: Sabato 14 Gennaio alle ore 18.00
Luogo: ASSOCIAZIONE ARTEMISIA Via S. Gregorio Barbarigo, 83
Date: 14.01 – 04.02. 2023
Orari: dal lunedì al venerdì: 10.00 - 12.00 / 16.30 - 18.30
sabato e domenica: 16.00 - 18.30
e su appuntamento
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