Dopo il successo di “nell’Infinito dell’Arte”, personale dello scultore di origine coreana Park Eun Sun, allestita presso la sede di Venezia, la Galleria d’Arte Contini è lieta di riproporre la mostra nella galleria di Cortina d’Ampezzo, situata nel cuore della cittadina montana.
Affermato ormai a livello internazionale per la sua produzione scultorea, Park Eun Sun propone opere che combinano le sue origini orientali con un’ispirazione legata alla tradizione artistica occidentale, tutte caratterizzate da una resa profondamente contemporanea.
Questa mostra presenta al pubblico una ricca selezione di lavori, composti da materiali e dimensioni diverse, che tracciano l’evolversi del lavoro dell’artista che inizia con lo studio della materia, sia essa marmo, granito o bronzo e si conclude nella realizzazione di sculture dalle forme geometriche sinuose e levigate, sostenute da equilibri insoliti ma al contempo leggiadri e armonici.
Quella di Park è una scultura dinamica nella quale, la materia, specialmente la pietra, viene lavorata alternando due colori, stratificandoli in un’ascesa verso l’alto come nel caso delle sue colonne torte e dalla forma a spirale che, sviluppandosi in altezza sembrano perseguire l’infinito o ancora le sue composizioni sferiche concatenate che sembrano generare un vitale flusso di DNA.
Una produzione artistica energica, dunque, che dimostra come il sapiente intrecciarsi delle linee e delle forme, l’espandersi dei volumi e la quasi scientifica precisione tecnica possa garantire la creazione di un linguaggio artistico personalissimo ma capace di comunicare al collettivo.
Infatti quello di Park è un messaggio universale; l’artista indaga l’essenza stessa dell’essere umano, la complessità della vita e delle esperienze che la compongono e questo è evidente grazie all’elemento distintivo rintracciabile in tutte le sue creazioni: la ferita.
Le sculture di Park, infatti, sono tutte accumunate da una spaccatura: il marmo e il granito vengono plasmati, levigati, poi destrutturati, crepati e riassemblati.
Le “lacerazioni” scorrono sulle superfici fluide, come delle cicatrici che simboleggiano la sofferenza e l’essenza stessa del vissuto, e permettono all’osservatore di entrare nella sfera sensibile ed espressiva dell’artista.
Ne è un esempio Colonna Infinita - Accrescimento I (2020) un pilastro in marmo bianco e epoxy grigio che, vorticando su sé stesso si prolunga verso l’alto con un movimento flessuoso e continuo che sembra non volersi arrestare.
La superficie setosa e fredda è interamente percorsa da una frattura che crea giochi di chiaro-scuri, di ombre e di luci, di vuoti e di pieni che catturano lo sguardo e sembrano spronare l’osservatore ad indagarne l’interno scoprendone così l’espetto più intimo e personale.
La predilezione per la pietra porta a capolavori che combinano gli opposti: levigatezza e frattura, armonia e disequilibrio, dinamicità e geometria, come nell’opera Due Colonne (2014) in marmo nero e grigio. Questa scultura nasce con un solido piedistallo a colonna che, nel suo completarsi subisce un mutamento sdoppiandosi, si trasforma scomponendosi in due bracci entrambi composti da sfere. Duplicazione I, Duplicazione II, Duplicazione III (2021) sono composizioni scultoree composte da sfere sovrapposte che creano una sorta di portale dal quale si può scrutare una dimensione interiore mentre Duplicazione continua (2019) si presenta come una struttura verticalizzante che con il suo concatenarsi di forme globulari sembra moltiplicarsi all’infinito come una mutazione perpetua che si svolge davanti agli occhi attenti di chi la osserva.
Le sculture di Park Eun Sun si presentano allo spettatore come figure astratte, geometriche, intangibili, per poi svelare il loro messaggio universale grazie ad una poetica delicata e coinvolgente ed a una gestualità contemporanea e riconoscibile fatta di materia, forma, composizione e decostruzione che incarnano la metafora del vivere.
Park Eun Sun è nato nel 1965 a Mokpo in Corea del Sud. La scoperta della pittura, arriva molto presto nella vita dell’artista che sogna di diventare un grande pittore.
Nel corso degli anni Park Eun Sun partecipa e vince molti concorsi di pittura per ragazzi e i genitori gli concedono così di dedicarsi liberamente all’arte. Trasferitosi a Seoul si iscrive al corso di laurea per diventare insegnante di materie artistiche presso l’Università di Kyung Hee.
L’importanza dedicata alle forme e alla materia lo avvicina allo studio della scultura, portandolo così a cambiare indirizzo di studi presso l’Università di Kyung Hee, passando dalla pittura alla scultura. La scoperta dei materiali passa dall’iniziale uso della creta al marmo e successivamente al granito.
Nel 1993 si trasferisce a Pietrasanta (LU), dove prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara.Le prime mostre personali si tengono a Firenze nel 1995, a Monaco di Baviera nel 1996 e a Seoul nel 1997.
La scultura di Park si sviluppa nel concetto di spazio espresso dalle culture orientali per mezzo dell’abrasione della superficie dove convivono spaccature, squarci e tagli che simboleggiano l’apertura dell’interiorità umana e, nel contempo, la distruzione totale della materia.
Park ha esposto in gallerie e musei in Italia (Firenze, Genova, Pietrasanta, Roma, Torino, Verona, Padova, Milano) e all’estero (Belgio, Corea, Francia, Germania, Inghilterra, Lussemburgo, Olanda, Panama, Polonia, Singapore, Stati Uniti e Svizzera).
Attualmente la sua attività lavorativa è sita tra l’Europa, la Corea del Sud e le Americhe. Nel 2020 gli è stata conferita la Cittadinanza Onoraria della città di Pietrasanta.
Dal 2021 è rappresentato in esclusiva dalla Galleria d’Arte Contini.
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