Si inaugura giovedì 16 giugno alle ore 17.00 la mostra Ri/svegli curata da Nadia Melotti e allestita presso il Relais Rossar di Marciaga. Un luogo storico, quello dell’Hotel, che accoglie e valorizza le opere di Edith Hellweg, Luciana Soriato, Chiara Castagna, Patrizia Lovato, Graziano Concari, Gianfranco Gentile e Nicoletta Vascotto capaci di costruire un dialogo con l’ambiente e aprire, attraverso le opere, ipotetiche finestre sull’immaginazione. Nel 2014 le due sorelle Marta e Camilla hanno creato un’oasi di relax immersa nella natura cercando il giusto equilibrio tra accoglienza, sosta e rigenerazione. Amore per la natura, la semplicità e il relax sono i valori che ci hanno spinto a ristrutturare il vecchio maneggio e offrirvi un luogo pensato per il vostro benessere. Oggi, dopo alcuni anni d’esperienza, l’hotel si apre all’arte. L’esposizione è intesa come convergenza di sensibilità tra le proprietarie, gli artisti e gli ospiti capace di creare, oltre la sosta, la condivisione della bellezza e l’esperienza estetica della pausa contemplativa. Attraverso questa sinergia, che cerca d’includere nel progetto tutti coloro che vivono questo spazio, abbiamo accolto l’offerta espositiva di alcun i artisti di passaggio con conclamata esperienza nel settore. Il percorso curatoriale si è arricchito di alcune opere di Franziska e Mercedes Welte presenti all’esposizione della biennale d’arte a Venezia giardini nel 2019 e dell’artista austriaco Reinhard Ludwig von Funke. Le prime presentano delle sculture di ballerine stilizzate il cui andamento dinamico esula dall’anatomia delle forme, mentre l’artista austriaco esprime, attraverso il colore, la forza espressiva della composizione astratta.
Ri/Svegliare vuol dire liberare la forza primigenia silenziosamente imbrigliata nel tempo, vuol dire sentire l’ebbrezza del vento che intona laudi e canti di luce e frescura. Risvegliare è abbracciare la ninfa feconda condotta da “Boreo “ e silenziare per un attimo l’impegno a favore dell’ebbrezza istintiva umana che conduce a casa. Risvegliare è ascolto, è movimento, è impazienza. E’ innocenza e libertà. E’ regola e numero, eternamente presenti nella memoria di chi si fa condurre da una madre tanto viva quanto misteriosa come la natura.
Le opere sono state installate nella parte di edificio predisposta per la lettura e trasformata, temporaneamente, in spazio espositivo ma che trova poi un suo ampliamento in tutto l’edificio.
Le opere esposte raccontano delle misteriose leggi della geometria che costruiscono l’eterno rinnovarsi di ogni cosa.
Patrizia Lovato decostruisce la forma fiore in architettura volgendo il segno verso una sintesi anatomica essenziale e portando frammenti di realtà all’interno dell’opera. Chiara Castagna scopre, nell’apoteosi dei bianchi, le linee fondamentali che esprimono l’invisibile trasformazione della coscienza, la cui forza si anima di luce attraverso una scrittura cosmica che porta chiarezza in ogni cosa del vivente. Edith Hellweg si sofferma sul sublime e sull’impotenza attraverso una scala che offre sia la possibilità di ascesa sia la sua polarità. Per l’artista non sempre si riesce ad afferrare questo rinnovamento perché l’essere umano rimane in afasia esistenziale confinato e manipolato dai mass media. L’artista invita al risveglio e a scegliere con più determinazione la propria vita. Luciana Soriato nella sua Maternità cosmica offre, nella sublimazione del colore, la purezza di un sentire accogliente e misericordioso capace di trasformare e addolcire le asprità della vita. Sono geometrie silenti rarefatte nel colore e proiettate verso dimensioni astrali di inconscia memoria. Gianfranco Gentile, sulla struttura povera di un cartone riciclato, costruisce arabeschi floreali e forme sinuose orientaleggianti. Il cartone è stato lavorato al punto di evidenziare la propria natura a linee parallele che diventa lo sfondo su cui appaiono le forme erboree dipinte a gessetti cretosi. Un’apparizione di duplice natura che palesa l’origine della matrice e l’artefatto intellettuale. Graziano Concari colloca il suo Stolto all’esterno. Immerso nella natura l’uomo superficiale, che Giotto inserisce nella cappella degli Scrovegni come Stolto, è l’espressione dell’instabilità narcisistica dell’uomo contemporaneo che pone se stesso come unico valore da perseguire indifferente all’aiuto e cura dell’esistente. Collocato tra i vizi, ricorda ancor oggi come sia incerta e scivolosa l’ identità se si considera unicamente la propria vanità. Nicoletta Vascotto scultrice ceramista, in l’eterno femminino propone il busto angelicato di un’antenata con il cranio leggermente ovoidale che ricorda le antiche sacerdotesse egizie. Questo essere sapienziale, secondo l’artista, è presente simbolicamente come guida del principio femminile nella sua essenza immutabile.
Il risveglio appare così come l’attivazione vitale dell’esistente oggi assopito e confuso in un’atmosfera d’incertezza e fragilità tipica delle epoche di passaggio. Il Risveglio è un atto di consapevolezza e centratura dell’essere, dove l’arte si fa manifesta delle segrete linee della natura intese come bussola sull’eterno.
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