Con le opere di Sissa Micheli e Jürgen Klauke la Galleria Alessandro Casciaro presenta un’ispirante voce bitonale di due straordinarie posizioni artistiche contemporanee. L’artista sudtirolese ha voluto il tedesco Klauke, che in passato ha partecipato a Documenta e alla Biennale di Venezia, come interlocutore. Nei loro lavori fotografici si possono scoprire una serie di punti di contatto: la messa in scena e l’estetizzazione dell’esistenza umana e della sua identità, il gioco con la presenza e l’assenza, con la materialità e la sensualità, il gusto per cose e situazioni stravaganti e surreali, misteriose e spiritose. Con le sue svariate fotografie, i video e gli oggetti Sissa Micheli (Brunico, 1975) analizza criticamente cose e situazioni quotidiane e note, aprendo nuove prospettive e modi di vedere. La superficie dell’immagine spesso rimanda a qualcos’altro, che sta dietro, a una storia nascosta che può essere solo intuita. Con curiosità e spirito indagatore si avvicina ai suoi campi di ricerca e crea un microcosmo sensuale ed enigmatico che oscilla tra realtà e finzione. Al di là della loro attribuzione funzionale, Micheli conferisce agli oggetti livelli di significati caricati che emanano qualcosa di surreale. L’artista presenta per esempio due nuovi lavori fotografici della serie “Museum Rhapsody - Objective Correlatives” in cui combina oggetti del Museo Palais Mamming di Merano tra di loro, senza che questi stiano necessariamente in relazione gli uni con gli altri. Con un sensibile allestimento poetico e spiritoso essi vengono però caricati reciprocamente di un nuovo significato. La messa in scena costituisce di per sé un elemento essenziale del lavoro di Micheli, l’immagine mossa e dinamica è una compagnia costante. Con indumenti volanti mette in scena affascinanti sculture temporanee che in un gioco sensualmente musicale festeggiano il fuggevole e il transitorio. Nelle fotografie recenti, create appositamente per questa mostra, tessuti imponenti si librano davanti al volto di una figura femminile. L’uomo gettato nel mondo è vulnerabile, soggetto alla finitezza e alla morte. A partire dagli anni 1970 Jürgen Klauke (Kliding, 1943), con fotografie, disegni, filmati e performance, si occupa del corpo umano e della sua identità sessuale. Egli mette radicalmente in discussione i tradizionali ruoli dei sessi, analizza le loro convenzioni e costruzioni sociali. In ambientazioni dall’effetto teatrale decostruisce le tipologie sessuali e le loro ripercussioni sull’identità e il soggetto. Nella mostra sono esposti lavori fotografici scelti degli anni 1990 e 2000, incentrati sull’estetizzazione dell’esistenziale, sulle carenze dell’esistenza e sulle condizioni della vita, sulla struttura del mondo, della società e dei nessi intimi. In un’estetica malinconica viene presentata la struttura paranoica del nostro mondo attuale. Su sfondi oscuri gli attori di questa coreografia sembrano congelati e come maschere, sculturali e in un’erotica condizione di incertezza. Con oggetti formati da letti e tavoli, con sedie oppure oggetti penzolanti dal soffitto, Klauke elabora progetti di mondo, allestendo con e su di essi esseri umani tipizzati e rendendo le esperienze intime visibili e percettibili attraverso l’immagine. Uno sguardo poetico e malinconico, misterioso ed estremamente estetico, sempre però anche guarnito di fine umorismo e sottile ironia.
