L’Associazione Artemisia presenta la nuova mostra collettiva “SPAZIO ACIDO X
ARTEMISIA. Giovani artisti emergenti.” di Sofia Izmailova, Camilla Sfriso, Chiara
Anfodillo, Isabella Ponte.
La mostra collettiva d’arte e fotografia è esposta prezzo la sede dell’associazione culturale
Artemisia, situata in Via S. Gregorio Barbarigo, 83 nel centro di Padova. L’esposizione è
aperta dal 7 Agosto al 25 Agosto 2023. Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti: dal
7.08 al 13.08 ore 16-19, dal 14.08 al 20.08 ore 12-19, dal 21.08 al 25.08 lunedì, mercoledì,
venerdì ore 16-19 e martedì, giovedì ore 9-12. Inoltre, Sabato 12 Agosto dalle ore 18 alle ore
22 si terrà l’inaugurazione ufficiale con i DJ set T00b e Elobbaby.
L’associazione Artemisia nasce nel 2009 come luogo in cui le persone rivelano la propria
sensibilità attraverso l’espressione artistica, fornendo loro gli strumenti necessari per
esprimere se stesse rivelandosi agli altri. Lo spazio, infatti, offre la possibilità di partecipare a
vari corsi di disegno, pittura e ceramica per adulti e bambini. In aggiunta, ospita durante tutto
l’anno una serie di mostra di pittura e fotografia.
La mostra attuale deriva dalla collaborazione tra Artemisia e il collettivo di artisti denominato
Spazio Acido che ha origine e sede a Venezia. Lo scopo del collettivo artistico è creare un
luogo in cui gli artisti e le artiste abbiano l’opportunità di esporre le proprie idee e progetti.
Tali opere e progetti vengono presentati attraverso la loro esposizione con
l’accompagnamento di musica.
I Giovani artisti emergenti sono quattro: Sofia Izmailova, Camilla Sfriso, Chiara Anfodillo,
Isabella Ponte.
SOFIA VASILISA IZMAILOVA nasce il 16 dicembre 2003 a Pordenone e trascorre la sua
infanzia tra il suo paese d’origine, la Russia, e il suo paese di nascita, l’Italia.
Il senso della sua attuale ricerca artistica affonda nella tradizione artistica dei grandi Maestri e
attraverso la lezione che ne hanno saputo trarre gli artisti contemporanei come il pittore
tedesco astratto Gerhard Richter.
L’artista S. Izmailova spiega: “Le mie opere nascono come una ricerca tra le memorie della
mia infanzia in Russia. L’intento è evocare la mia identità, parte di un luogo geograficamente
e culturalmente distante da quello in cui mi trovo attualmente. Tutto ciò avviene mediante la
ripresa di alcune immagini evocative, parte dei miei ricordi, come ad esempio l’utilizzo di
vecchie fotografie di famiglia riprodotte in pittura o alcuni frammenti delle fiabe che
guardavo da bambina.”
CAMILLA SFRISO nasce a Venezia l’uno ottobre del 2000. Cresce in un ambiente
familiare molto legato all’arte.
Per quanto riguarda la sua produzione, la sua esperienza artistica è caratterizzata dalla
creazione di forme astratte ricordanti il reale nelle quali il colore resta il vero protagonista. Il
marchio di fabbrica di Camilla è la colorazione dei suoi disegni attraverso la tiratura di linee
verticali, con l’aiuto di un righello, realizzate con dei semplici pennarelli. Altre
sperimentazioni vertono all’utilizzo del das per la creazione di piccole statuette e di pittura ad
olio.
Facili da riconoscere nelle opere di Camilla sono le forti connessioni con la pop art
novecentesca, e con le sue forme semplici e colorate. Un'altra grande influenza nel percorso
formativo di Camilla è stata occupata dall’uso sperimentale del colore e dallo stile sintetista
del pittore Gauguin. In ultimo va citata la sua imperitura passione per l’arte fittile della
Grecia antica, con le sue figure stilizzate e bidimensionali.
L’ulteriore tratto distintivo della produzione di Camilla è la presa di distanza dalla pretesa di
portare un contenuto politico o di qualsiasi tema diverso dalla pura creazione di arte fine a se
stessa nelle sue opere. Nelle sue opere ritrova il suo significato e la sua visione personale, ma
senza pretendere che essi siano universali e condivisi da tutti.
CHIARA ANFODILLO è nata il 18 dicembre 1997 ed è cresciuta a Venezia.
Chiara fin da bambina ha nutrito una forte passione per la macchina fotografica. Ha iniziato a
scattare le sue prime foto con la macchina fotografica analogica della madre, che ancora oggi
utilizza.
La fotografa si è sempre ispirata ai reportage di viaggi e, in particolar modo, al celebre
progetto dell’ autore e fotografo americano Brandon Stanton dal titolo Humans of New York
nel 2010, in cui raccoglie e racconta le storie incredibili della città attraverso i ritratti. I suoi
progetti richiamano, inoltre, il genere della Street Photography in grado di ritrarre i soggetti
in situazioni reali e spontanee, trovando poesia in ogni essere umano.
Il suo obiettivo è raccontare attraverso le sue foto le storie di chi non ha voce e, per questo
motivo, immortala principalmente ritratti o soggetti che raccontano una storia. Uno dei suoi
progetti fotografici nel quale è possibile ritrovare questo concetto si intitola I see your souls. I
soggetti che preferisce fotografare sono soprattutto le persone che ama perché questa è la sua
modalità di comunicare e trasmettere amore.
ISABELLA PONTE nasce a Mestre nel 2003 da padre italiano e madre argentina. Grande
entusiasta della vita ha sempre amato e sperimentato ogni forma d’arte.
Il progetto che propone all’interno della mostra è di tipo fotografico, attraverso l’utilizzo
della fotografia digitale e postproduzione su Lightroom. Lo stile fotografico che
contraddistingue questo progetto riprende quello della ritrattistica di reportage e del
fotogiornalismo artistico.
Fotografia generazionale è un progetto nato di recente dal connubio tra l’amore per le
persone e per la fotografia e l’intenzione di creare una sorta di “archivio” vivo e in continua
evoluzione della generazione che sta vivendo la complessa contemporaneità, degli “anni
venti” del 2000. Ogni foto, presa singolarmente, racconta una storia a sé legata alla persona e
al contesto in cui essa si trova. Isabella cerca ogni volta di catturare l’istante in cui
l’espressione si rende intima e vulnerabile, creando una finestra verso l’interiorità del
soggetto. L’insieme di tutte le foto, invece, costituisce una sorta di unica fotografia che si
espande man mano che al progetto si uniscono nuovi volti, creando per l’appunto un’unica
grande “fotografia generazionale”.
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