Anche la Biblioteca civica rende omaggio alla restituzione alla Città del Ponte restaurato. Una mostra, parallela a quella ospitata nelle sale del Museo, ripercorre le vicende storiche del manufatto, puntando l’attenzione su alcune vicende storiche e curiosità che hanno per oggetto proprio il Ponte, il simbolo di Bassano internazionalmente più noto.
Costruito probabilmente negli anni settanta del XII secolo, in concomitanza con il primo giro di mura, fu nei secoli più volte danneggiato e distrutto dalla furia selvaggia delle acque e da quella iconoclasta degli uomini; ma sempre, prontamente, ricostruito. Del resto la sua funzione non solo militare, ma soprattutto economica e sociale era determinante. E le vicende “narrate” con questa mostra lo stanno a dimostrare. I bassanesi riscuotevano il pedaggio del transito delle merci e delle bestie: una ricevuta ottocentesca della tassa del pontatico, esposta in mostra, testimonia come fosse ancora in vigore questa gabella che risaliva già al periodo medievale, quando il ponte, protetto da due torri poste sulle due rive del fiume, di fianco alle sue imboccature, era sorvegliato da due custodi per lato, che avevano il compito di far rispettare le norme di transito.
I bellissimi schizzi di mano di Francesco Chiuppani contenuti nei manoscritti dell’Historia Bassanese e delle Iscrizioni Bassanesi risalenti alla prima metà del Settecento, ritraggono la città e il suo ponte con minuzia di particolari. Uno spazio viene dedicato alla tragica piena (brentana) del 19 agosto 1748 quanto, come scrive Gasparo Gozzi in un sonetto esposto, il ponte è “portato via come una cesta” dal fiume.
La ricostruzione viene affidata a Bartolomeo Ferracina, bassanese di grande ingegno, famoso per i suoi grandi orologi meccanici presenti tuttora nel Municipio e nella Torre Civica, che lo consegna ultimato il 30 settembre 1750. Durante la costruzione il Ferracina meraviglia i Bassanesi: per accelerare e rendere più duraturi i lavori inventa e mette in opera due macchine grandiose, una per infiggere i pali nel letto del fiume ed un’altra per scavare la ghiaia del Brenta e portarla direttamente sul ponte per la formazione del piano viabile.
Ma molte altre saranno le “brentane” che danneggeranno la struttura, non ultima quella terribile del 4 novembre 1966 di cui sono esposte delle impressionati foto. Il Brenta raggiunge limiti mai visti: nel momento di maggior piena sotto le arcate passano 2.300 metri cubi d’acqua al secondo, con una furia spaventosa, trascinando tronchi e detriti che si infrangono contro le strutture. Ma il Ponte, pur ingobbito per i colpi del Brenta (si è incurvato di quasi un metro al centro, due frangiflutti su quattro sono stati asportati, gli altri danneggiati, i piloni lesionati al limite della resistenza), rimane in piedi sorretto dagli sguardi e dalle speranze dei bassanesi.
Uno spazio è riservato agli eventi bellici: l’incendio del ponte nel 1813 da parte delle armate napoleoniche al comando del viceré Eugenio Beauharnais e la riapertura nel 1821 su progetto di Angelo Casarotti nella versione palladiana (è esposta una raccolta di sonetti celebrativi scritti da autori locali per l’avvenimento); i danneggiamenti del 1915 durante la Grande Guerra e il bombardamento del 1945, in due fasi distinte, per opera dei Partigiani (17 febbraio) e delle truppe naziste (29 aprile). Infine la ricostruzione e la solenne inaugurazione del 1948 alla presenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Da allora sarà per tutti il “Ponte degli Alpini”.
Le foto del periodo delle due guerre, tratte dall’archivio storico, e numerose cartoline documentano i danni e il clima di tragedia in cui era sprofondata la Città.
Tra le curiosità esposte in mostra, viene dato conto del passaggio di San Francesco sul ponte medievale diretto alla chiesetta di San Donato, e uno spazio doveroso è riservato alla celeberrima canzone del Ponte “Sul ponte di Bassano”, che è diventata una sorta di inno della Città e del suo simbolo.
La mostra, visitabile negli orari di apertura della biblioteca, rimarrà aperta dal 29 maggio fino al 4 settembre 2021.
