Una foresta in miniatura, tutta da ascoltare. Si chiama “Trees Falling in Love” ed è la nuova installazione artistico-vegetale che fino al 31 maggio 2021 illuminerà il giardino del Museo delle Scienze, invitando chi passerà di lì a fermarsi e ascoltare la voce degli alberi.
L’accensione è in programma il 18 dicembre alle 17.30, ma l’opera – che in questo periodo si illuminerà ogni sera dalle 17.30 alle 22 – sarà fruibile anche durante il giorno grazie a effetti sonori e pannelli illustrativi a tema “foreste”.
La voce (e il tempo) degli alberi è infatti il tema scelto dal MUSE per questa difficile fine d’anno, il 2020, proclamato dalle Nazioni Unite "Anno internazionale della salute delle piante". Un filone, quello che mette al centro il nostro rapporto con i giganti dell’universo vegetale, che sottolinea l’urgenza alla transizione ecologica, la necessità di scelte in equilibrio con la diversità, la complessità, l’alterità della vita.
Nata come ponte ideale fra la mostra temporanea “Tree Time – Arte e scienza per una nuova alleanza con la natura”, inaugurata lo scorso 30 ottobre (a due anni dalla tempesta Vaia) e subito dopo chiusa in ottemperanza delle attuali disposizioni ministeriali, e gli scatti di “Forest Frame. La foresta tra sogno e realtà”, la mostra fotografica di Maurizio Galimberti in arrivo a gennaio a Palazzo delle Albere, l’installazione “Trees Falling in Love” propone un gioco di luci, suoni e ombre, alternati a forti schianti di alberi e a una voce che ripete, in 15 lingue diverse, la frase “Signore e signori, vi chiediamo di ascoltare gli alberi”. Il titolo dell’opera richiama la traduzione in inglese dell’abbattimento di un albero (“tree falling”) ma anche il tema dell’innamorarsi (“to fall in love”), mescolando semanticamente i due concetti.
Pensata anche per portare un tocco natalizio al giardino del museo e al vicino quartiere delle Albere, la “foresta urbana” nel corso del 2021 ospiterà una serie di iniziative culturali tra presentazioni di libri, letture radiofoniche e racconti “botanici”.
L’exhibit è frutto di un’intensa collaborazione tra vari soggetti: l’apparato sonoro e luminoso è curato da Mariano De Tassis e Carlo Casillo di Miscele d’Aria Factory, con Nicola Fadanelli alla viola e al violino e Mauro Andreolli all’ottimizzazione sonora, la consulenza scientifica da Costantino Bonomi, responsabile della sezione Botanica del MUSE, l’allestimento dall’Agenzia Provinciale Foreste Demaniali e dai Servizi tecnici MUSE, con la collaborazione del Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento e il prezioso sostegno degli sponsor (Itas Mutua, Zobele Holding SpA, DAO - Conad, Ricola, Montura).
L’installazione è anche l’occasione per sottolineare il connubio tra natura e tecnologia volta alla sostenibilità. Infatti le indicazioni di RSE, società pubblica dedicata alla ricerca energetica, poste all’interno dell’installazione artistica, guidano il pubblico a svolgere una riflessione su come l’utilizzo energetico della risorsa vegetale possa risultare un contributo importante per un pianeta più sostenibile.
Il concept dell’installazione
“Trees Falling in Love” è dedicata all’attenzione per la cura, all’incontro fra arte e natura, in analogia con le due mostre “Tree Time” e “Forest Frame” che l’opera è chiamata ad introdurre e connettere. È un simbolico “bosco urbano” dove luci e ombre del rapporto alberi e umanità, arte e natura, sogno e realtà sono evocate.
“Un rapporto ancestrale – sottolineano gli autori –. Il legno che l’uomo ricava dal bosco, viene destinato prima al servizio dei bisogni primari, subito dopo a quelli più elettivi e spirituali, come la produzione di suoni, musica, comunicazione. Il suono, drammatico, primordiale e cupo di un albero abbattuto dall’uomo può quindi, a seconda delle motivazioni che lo determinano, essere premessa, presagio e metafora di un uso nocivo ed invasivo della natura, oppure l’opposto: antefatto necessario e vitale per la creazione di bellezza, di musica, di armonia. Un’opera che rilassa la mente, uno spazio di gioia, di gioco ma anche di riflessione, di ascolto, di ricerca dell’attimo”.
Il concept sonoro
La musica composta per quattro “legni”, singoli strumenti ad arco, avvolge il percorso. Il brano, unico e seriale, è composto in quadrifonia “vera”: le note si fondono nella mente dell’ascoltatore per generare un’armonia che va oltre la somma delle parti. Ciclicamente ed improvvisamente, il suono dell’abbattimento di un grande albero sovrasta tutto per concludersi con il rumore cupo di uno schianto, che interrompe per un attimo la dimensione sognante ricordandoci i cicli della vita, le crisi, le estinzioni. Da questo tonfo, però, emerge di nuovo l’armonia dei quattro strumenti e la foresta sonora torna a germogliare per il prossimo visitatore. Tra gli alberi, una voce ripete in 15 lingue diverse la frase: “Signore e signori, vi chiediamo di ascoltare gli alberi”. Un invito a ripensare la nostra relazione con i guardiani verdi del Pianeta.
Il concept visivo
La luce diventa identità, grazie all’articolazione di forme e volumi, l’assortimento e la diversa natura delle superfici, il contrasto fra vuoti e pieni, i colori e i texture di foglie, radici e legni diversi. Gli elementi vivi (gli alberi) definiscono un luogo in perenne movimento grazie agli agenti outdoor (vento, pioggia, neve). All’imbrunire la luce naturale lascia lentamente il posto a quella artificiale, cominciando la sua danza costituita da piccoli movimenti d’intensità e lievi ma costanti cambi cromatici.
Il visitatore è inondato dalla luce e lo spazio dialoga con esso: un’esperienza immersiva dove l’occhio non sa più riconoscere le fonti luminose ma deve seguire i bagliori e il suono per diventare tutt’uno con la natura.
La foresta di Trees Falling in Love
Il bosco di “Trees Falling in Love”, seppur in miniatura, rappresenta una foresta naturale e ricca di biodiversità, e per questo capace di resistere meglio a eventi estremi, mantenendosi intatta o ritornando velocemente alla situazione precedente. Sono presenti individui di diverse classi di età: alcuni patriarchi più vecchi e individui più giovani, un segno di vitalità e ricrescita, di ciclicità e continuità nel tempo. C’è una stratificazione con tante nicchie occupate da diverse specie che hanno messo in campo strategie particolari per adattarsi alle differenti condizioni di luce ed esposizione.
Quattro tappe, con approfondimenti scientifici a tema, guidano il visitatore all’interno del percorso:
1. Caducifoglie o sempreverdi?
Sulle strategie messe in campo dalle piante per proteggere le proprie foglie da freddo e neve
2. Gli alberi: che chiacchieroni!
Sulla rete di telecomunicazione sotterranea, definita da alcuni ricercatori “Wood Wide Web”, che collega tutti gli alberi tra loro
3. Sopravvive il più buono
Sui comportamenti altruistici che gli alberi mettono in pratica per evolversi
4. Più legno, meno CO2
Sull’utilizzo del legname in maniera intelligente e sostenibile: un aumento del 10% delle case in legno in Europa farebbe diminuire le emissioni di CO2 del 25%
“Non le vediamo – spiega Costantino Bonomi, responsabile Sezione Botanica del MUSE e coordinatore scientifico del progetto - ma sono presenti anche relazioni trofiche e funzionali tra le piante che avvengono principalmente nel terreno, andando creare un sistema complesso, un ‘ecosistema’ e non una semplice collezione di individui. I boschi coevi che solitamente incontriamo sulle nostre montagne con alberi tutti uguali della stessa specie e della stessa età e senza sottobosco sono sistemi semplificati a bassa diversità, molto vulnerabili a qualunque perturbazione. La gestione naturalistica delle foreste mira ad aumentare la diversità di specie e di età negli alberi e aumentare di conseguenza resistenza e resilienza”.
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