Umiltà e intensità nel realismo nei “miracoli antoniani” di Enrico Schiavinato
Le opere del Maestro Padovano esposte di Basilica in occasione del Giugno Antoniano
In occasione delle celebrazioni del Giugno Antoniano, la Veneranda Arca di S. Antonio espone all’interno della Cappella di S. Caterina della Basilica di Sant’Antonio i due Miracoli Antoniani dipinti dal Maestro padovano Enrico Schiavinato: il Miracolo del piede risanato e il Miracolo del bambino affogato.
Le opere, che saranno visibili dal 28 maggio a fine giugno, sono state donate nel 2023, alla Veneranda Arca dalle le tre figlie Ilaria, Maddalena e Serena Schiavinato e il nipote Giulio Zanon, che hanno voluto con questo gesto esaudire un desiderio del proprio padre e nonno: riportarle nel complesso basilicale Antoniano perché ci rimangano per sempre.
L’inaugurazione dell’esposizione si terrà martedì 28 maggio alle 16.00 al Santo.
Il legame legava Enrico Schiavinato al Santo è sempre stato molto forte e risalente fin dalla sua giovinezza, quando, grazie alla sua una bellissima calligrafia, iniziò a collaborare con il Messaggero di Sant’Antonio scrivendo gli indirizzi sui bollettini postali della rivista. Un rapporto che si è ulteriormente consolidato con l’illustrazione di numerosissime copertine del Messaggero dei Ragazzi, recentemente portate in mostra.
Nato a Padova, nel 1925, Enrico Schiavinato ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Venezia sotto la guida di grandi maestri come Breddo, Delogu, Saetti, Cadorin. Dopo aver insegnato in diverse scuole di ordine e grado, è poi approdato al Liceo Artistico dove ha insegnato figura fino al 1979.
Segnato dall'esperienza della guerra e dallo strascico di miseria e desolazione che lasciò dietro di sé soprattutto nelle campagne, l’artista, maturò una concezione della pittura come testimonianza, come denuncia, come sommessa celebrazione della fatica, del sacrificio, del dolore.
Al centro della sua opera è molto spesso la figura femminile: la madre che tace, che pensa, che forse sogna; la madre giovane che, pur nella magrezza senza sorriso, allatta il foglio e la mater dolorosa che piange il figlio morto. Madre che è tutt'uno con la terra, il raccolto, i muri calcinati del casone della bassa padovana, la cena frugale.
«Una sacralità della povertà che trova eco nei dipinti a soggetto religioso come i due quadri “Miracolo Antoniano”. – commenta la critica d’Arte Virginia Baradel - Due esempi eccellenti della pittura di Schiavinato dove l'essenzialità e intensità cromatica delle figure si accompagna ad un'espressività concentrata, potente, destinata sopra ogni altra cosa al bene, a sanare, a sollevare dal dolore e financo dalla morte».
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