Venetian Love... mette in scena un trio di artisti che hanno deciso di ritrarsi nel processo creativo per aprire occhi, cuore e anima e migliorare se stessi condividendo l’amore.
Aristide Najean, Didier Guillon e Silvano Rubino lasciano che sia l’amore a trasformare la loro creatività in energia per dare vita a questa performance comune.
Una performance guidata dalla ricerca di un’estetica ricolma di gioia, niente di meno, niente di più.
Le radici dell’arte, l’ambizione definitiva.
Con una scenografia dominata dalle sue maschere bianche, Didier Guillon esplora i concetti del rinnovarsi degli inizi e delle fini, delle scelte e dei passaggi. Intitolata Giano in tributo al dio romano, con le sue maschere bifronti l’opera incarna le opportunità passate e future.
I lampadari di Aristide Najean danno inizio a un viaggio inedito attraverso il tempo, da Marco Polo allo scioglimento dei ghiacciai che stiamo vivendo... guidato solo dalla poesia e dall’estetica. Il vetro di Murano con il fuoco trasforma la fantasia in realtà, ne trascende l’ispirazione, ne esalta le contraddizioni.
Silvano Rubino ha creato una serie di immagini digitali in grande scala modellate in 3D, intitolate “Parallel Travels”, viaggi paralleli. Ambienti vuoti prendono vita in un’enigmatica atmosfera sospesa, mentre l’Artista vi aggiunge oggetti abitati, aprendo un dialogo tra passato e presente in uno spazio colmo di riferimenti chiave.
Un tributo a un’altra forma di espressione artistica...
In omaggio alla maestosità della Città ospitante, Didier Guillon ha voluto aggiunge alla mostra un ulteriore capolavoro: La morte a Venezia, di Luchino Visconti. Un’opera d’arte senza tempo la cui estetica prende vita a Palazzo Bonvicini più volte la settimana...
Venetian Love esplora le differenti interpretazioni dell’estetica mostrate nella diversità delle forme di espressione scelte da un trio di artisti complementari che svelano al pubblico il loro dialogo interiore.
L’omaggio di Fondation Valmont alla città di Venezia.
Aristide Najean
Nato e cresciuto a Parigi, Najean arriva a Murano nel 1986 per studiare le celebri e secolari tecniche di lavorazione del vetro dell’isola veneziana. Pittore di origine, Najean interpreta l’arte vetraria come un’estensione della pittura e ne fa il suo materiale d’elezione. I suoi lampadari traggono ispirazione tanto dalla pittura che dall’arte del vetro, in un’interazione portata fino al loro limite.
Aperto a tutte le fonti di ispirazione, Najean osserva il mondo che lo circonda con grande curiosità. Padroneggiando la lavorazione del vetro, sa fino a che punto può spingere i suoi abbozzi e quali sono i limiti entro i quali il materiale manterrà la forma scolpita. Quello in cui vive è un mondo fatto di immagini dove crea opere d’arte che non assomigliano ad altro che alla sua ispirazione e i cui schemi cromatici e le forme disobbedienti scuotono e seducono.
Didier Guillon
Guillon discende da una lunga stirpe di importanti figure del mondo e nella storia dell’arte: mercanti come Charles Sedelmeyer, scultori e storici dell’arte come Stanislas Lami. È orgoglioso della sua parentela con l’emblematico scultore ed egittologo Alphonse Lami, figlio di François Lami, a sua volta figlio illegittimo di Francesco Borghese...
Artista egli stesso, Guillon attinge da questa fenomenale genealogia la sua passione per l’arte, ma anche il suo profondo legame con l’Italia... e in particolare con Venezia. Fedele alla sua natura, Guillon si esalta nel lavorare incessantemente al perfezionamento delle sue ideazioni. La sua è una produzione artistica che spazia nella scelta del mezzo espressivo e delle dimensioni, combinando sapientemente una vasta gamma di materiali. Gli piace pensare a nuovi modi per avvicinarsi, discutere e apprezzare l’arte contemporanea.
Silvano Rubino
Rubino ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Vive e lavora a Venezia e Milano. La sua formazione include anche lo studio dell’iconografia rinascimentale, in particolare nella pittura, elemento che gli è stato di riferimento fondamentale per molti anni.
È negli anni Novanta che l’installazione ambientale diventa uno degli aspetti più significativi della sua opera, con la sintesi formale che assume il ruolo dell’elemento che, unito a una caratteristica poetico-concettuale, determina l’essenza stessa della creazione e la sua identità.
Nel 1994 si interessa alla fotografia. Le sue foto sono racconti per immagini che costruisce partendo da scenografie realizzate in studio.
Il vetro è uno dei suoi materiali preferiti dal 2001.