La prima parte del titolo della mostra prende spunto da un’esperienza esemplare di collaborazione tra Abdallah Khaled e Tobia Ravà, quando l'agenzia pubblicitaria americana DDB, in seguito al tragico evento dell’11 settembre 2001, li invita ad eseguire un'opera a quattro mani per dimostrare la possibilità di dialogo tra culture diverse, che altrove si contrasto duramente. Dei due bozzetti Scoppio di Pace ed Ere di Pace, proposti come immagini apotropaiche, portatrici di positività ed energia salvifica, venne scelto il primo in quanto rappresentava un evento deflagrante in positivo, quanto mai auspicabile in un mondo che si definisce civile; e ne venne tratta la grafica, poi donata a tutte le organizzazioni internazionali che si dovrebbero preoccupare di mantenere la pace nel mondo, come l'ONU e l'UNESCO. Da allora è iniziata la loro collaborazione attiva a mostre anche collettive ed eventi sul tema della pace tra i popoli, organizzati da PaRDeS in diversi spazi espositivi anche su temi di attualità ambientale e socio-culturale, il cui obiettivo è quello di condividere idee, saperi, esperienze, con artisti di origini e culture diverse, partecipando allo sviluppo della società civile. Da questa felice esperienza e bella amicizia sono nate in rapida successione molte altre opere a quattro mani, tra queste: Nella Tempesta sulla stessa barca del 2013, Con-fusione del 2016 e Infiniti Relativi del 2018 l’ultima realizzata a 4 mani. L’arte si dichiara in tal modo terreno di incontri sociali e di scambi culturali che prescindono dalle diverse appartenenze e provenienze.
Abdallah Khaled artista algerino di cultura berbera e islamica da tempo residente in Italia e Tobia Ravà, artista veneziano di cultura ebraica, dal 2002 ogni anno eseguono un lavoro pittorico o grafico a 4 mani anche per dimostrare al mondo intero che un artista di cultura islamica può lavorare assieme ad un artista di cultura ebraica con profitto e serenità. L’artista algerino inserisce i graffiti rupestri ed i colori della sua terra d’origine: la catena montuosa dell’Atlante e del Sahara, ma spesso esplicita nella sua pittura anche le angosce e i timori delle genti in fuga attraverso “Le paure” rappresentate dalle vacche muggenti al vento assise sulle barche e composte da simboli e segni della cultura parietale delle grotte dell’Atlante, come se fossero la storia che ogni uno di essi si porta dietro, in un DNA di soprusi subiti e storie famigliari imbevute di angosce passate nei secoli tra ombre e luci. L’artista veneziano ci racconta invece un percorso di lettere e di numeri sparsi ovunque, attraverso la ghematrià o peso, il valore numerico delle lettere che compongono le parole nella lingua ebraica. Nelle opere a 4 mani solitamente compaiono sia la parola Salam che Shalom, pace in arabo e in ebraico, questo accompagnato da 376, valore di SHALOM = pace, con la speranza che questa parola possa essere il fine delle persone componenti l’umanità prossima ventura. Scoppio di pace nel giardino dei tulipani a Villa Pisani Bolognesi Scalabrin di Vescovana rappresenta anche una tappa della mostra personale di Tobia Ravà Memorie d’infinito, un’esposizione diffusa organizzata in concomitanza con la Biennale di Venezia, che si snoda in diverse località venete, in spazi espositivi particolarmente suggestivi, per cui sono creati degli allestimenti ad hoc in rapporto al sito, a cosa contiene, alla storia del luogo.
La seconda parte del titolo della mostra si collega al giardino eclettico, ispirato a quello islamico, voluto da Evelina van Millingen, nata nel 1830 a Costantinopoli e perciò detta la “turchetta”, sposata ad Almorò III Pisani, appassionata di bulbose, in special modo di tulipani, fiore sacro ad Allah. Affidò la realizzazione del giardino a Sir Reginald Bloomfield, noto architetto inglese di giardini reali. Quello creato da Evelina era un piccolo paradiso in terra da lei rinominato “Gromboolia”, in onore del regno immaginario sognato da Edward Lear. Ispirata da ciò, l’attuale proprietaria Mariella Bolognesi Scalabrin fa arrivare dall’Olanda ogni anno 50.000 bulbi a fioritura differenziata che pianta lei stessa compiendo una sorta di rito magico-propiziatorio. In tal modo oltre 450mila tulipani questa primavera danno vita a una straordinaria fioritura (la più vasta de’Italia) di cui tutti possono godere durante l’evento Giardinity, all’interno del quale s’inserisce la mostra.
In alcune sale di Villa Pisani a Vescovana, fatta costruire dal cardinale Francesco Pisani agli inizi del XVI secolo, è dunque dislocata la mostra Scoppio di Pace nel giardino dei tulipani di Tobia Ravà in coppia con l’artista algerino di etnia berbera Abdallah Khaled con il quale dal 2002 ha realizzato diverse lavori a quattro mani sul tema della pace. Le opere per lo più a tema architettonico, naturalistico, fito e zoomorfo dialogano con gli affreschi di Veronese, Zelotti, Varotari e del fiammingo Lodewijk Toeput, italianizzato in Ludovico Pozzoserrato, in un magico incontro tra passato, presente e futuro. La contaminazione che si attua attraverso l’accostamento del contemporaneo all’antico risulta particolarmente suggestiva e stimolante, in quanto si viene a creare un continuum temporale tra ciò che era, è e sarà.
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