Alcune tra le opere più importanti del maestro Michelangelo Pistoletto, uno dei più celebri artisti italiani, tra cui Quadri specchianti, Venere degli stracci, Sfera di giornali, il Metro cubo d’infinito, entreranno in dialogo con le creazioni di artisti provenienti dalla regione, dall’Italia e dall’estero, invitati a confrontarsi attraverso il proprio lavoro con le istanze di trasformazione etica e sociale proprie dell’opera del maestro. Sarà questo il cuore della mostra “Terza Terra”, che dal 25 maggio 2024 e per tutto il resto dell'anno trasformerà Villa Manin di Passariano (Udine), in una nuova tappa di Cittadellarte, la cittadella ampia come un piccolo paese cui Pistoletto ha dato vita a Biella, la sua città natale.
L’esposizione, realizzata con la curatela di Guido Comis, direttore di Villa Manin per l’Erpac (Ente regionale per il patrimonio culturale), in collaborazione con Paolo Naldini direttore di Fondazione Cittadellarte, porterà nell'ex residenza dogale lo spirito autentico della cittadella, luogo di confronto di altri artisti con i temi dell’opera del maestro, di dibattito sull’etica della produzione, spazio di socialità e condivisione con le realtà del territorio. “La presenza delle opere di Michelangelo Pistoletto a Villa Manin – spiega il curatore Guido Comis – sarà l’occasione per fare di Passariano un luogo di creazione, di confronto e di sperimentazione sul modello di Cittadellarte, ma soprattutto di coinvolgimento di tante diverse anime della regione. Le immagini delle opere esposte e realizzate, ma anche le idee che emergeranno dai dibattiti e dagli incontri che si terranno nel corso dei mesi – aggiunge – saranno raccolte in una pubblicazione. Più che un catalogo tradizionale, si tratterà del diario di un viaggio verso nuove opportunità di intendere l’arte e il suo ruolo nella società”.
Saranno, dunque, le opere stesse di Pistoletto esposte a Villa Manin a dettare i temi di confronto e di dibattito: società, moda, politica, educazione, cibo e agricoltura. “I Quadri specchianti – specifica Guido Comis – permetteranno ai visitatori di entrare in relazione con i personaggi delle opere e di condividerne le situazioni sociali, la Sfera di giornaliintrodurrà i temi della politica e della comunicazione, la Venere degli stracci rappresenterà il trait d’union con la moda”.
Uno dei punti di forza del percorso proposto da Villa Manin sarà il Terzo paradiso, simbolo ideato da Pistoletto a esprimere l’intreccio equilibrato tra l'artificio e natura, che verrà realizzato nel parco di Villa Manin in forma botanica, su grande scala (50 metri), e rappresenterà lo spunto anche per affrontare le questioni, oggi all’ordine del giorno, della produzione agricola e della sostenibilità alimentare. Una creazione “in divenire”, che sarà fatta crescere anche grazie all'uso di uno speciale carbone vegetale che aumenta la fertilità dei terreni, il Biochar.
“Il Terzo Paradiso – scrive Michelangelo Pistoletto – è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura, è il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. A tale fine occorre innanzi tutto ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune”.
L'esposizione sarà accompagnata da un programma di incontri denominato “Arte della Demopraxia”, che prevede il coinvolgimento di organizzazioni pubbliche e private, esponenti del mondo produttivo e agricolo, rappresentanti delle istituzioni e della cultura. Villa Manin sarà dunque luogo di esercizio della demopraxia, neologismo coniato a Cittadellarte per definire il processo di trasformazione sociale attraverso il coinvolgimento diretto di tutte le associazioni e i gruppi di lavoro di un territorio. In particolare, per la selezione degli artisti chiamati a dialogare con i temi e le istanze rappresentative delle opere di Pistoletto (tra i quali Ryts Monet, Caretto - Spagna, Collettivo Robida, Luigi Coppola, Chiara Sgaramella, Noor Abed, Nico Angiuli, Tiziana e Isabella Pers, PLoT (2021 - Colette Lewis, Lennon Taylor, Elinor River),, Michele Spangaro) Villa Manin ha collaborato con il comitato curatoriale di Unidee, Residency Program (il programma ultraventennale di residenze di Cittadellarte) composto da Juan E. Sandoval, artista COL, Andy Abbot, curatore U.K., Alessandra Saviotti e Beatrice Catanzaro, mentre per il programma di incontri che accompagneranno la mostra la collaborazione è stata con Giacomo Bassmaji.
“Il contenuto di questa proposta espositiva si intreccia mette insieme in modo organico e innovativo tre strati di contenuto ciascuno di grande interesse – evidenzia il direttore Paolo Naldini – : si parte dalle opere di Michelangelo Pistoletto come suggestioni e indicazioni di un percorso artistico di ricerca dal ‘900 a oggi articolato in "stanze”; quindi una selezione di pratiche artistiche che affrontano gli stessi temi o “istanze” scelte sul territorio del Friuli Venezia Giulia, attraverso la rete di relazioni di Erpac - Villa Manin e dal network degli alumni di Unidee Università delle Idee International Residency Program avviato a Cittadellarte nel 1999; e infine un terzo strato di dispositivi innovativi di attivazione del territorio e delle sue comunità a partire dalla mostra come motore di ingaggio e possibilità di trasformazione. In buona sostanza – conclude Naldini – la mostra si innesta su un lavoro collettivo di costruzione, ricerca e realizzazione sviluppato da Cittadellarte in questi 25 anni, un quarto di secolo di produzione e ricerca artistica volta alla trasformazione sociale, oggi riconosciuta anche come una delle pratiche dell’arte contemporanea più urgenti e significative”.
Gli incontri organizzati intorno al percorso espositivo si terranno in un’arena temporanea realizzata con materiali ecologici e riciclabili nel salone centrale della villa, progettata e costruita dagli studenti dell’ISIA Roma Design di Pordenone, sotto la guida dei loro docenti. “Il lavoro collaborativo dell’istituto – conclude Comis – incarnerà lo spirito promosso da Cittadellarte e della demopraxia stessa: l’arena sarà il frutto del confronto di idee e il contributo manuale di una comunità, in questo caso di studenti e docenti”.
Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933.
Inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino. La sua prima produzione pittorica è caratterizzata da una ricerca sull’autoritratto. Nel biennio 1961-1962 approda alla realizzazione dei Quadri specchianti, che includono direttamente nell’opera la presenza dello spettatore, la dimensione reale del tempo e riaprono inoltre la prospettiva, rovesciando quella rinascimentale chiusa dalle avanguardie del XX secolo. Con questi lavori Pistoletto raggiunge in breve riconoscimento e successo internazionali, che lo portano a realizzare, già nel corso degli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti. I Quadri specchianti costituiranno la base della sua successiva produzione artistica e riflessione teorica.
Tra il 1965 e il 1966 produce un insieme di lavori intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascita dell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che Pistoletto svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. Tra il 1975 e il 1976 realizza nella Galleria Stein di Torino un ciclo di dodici mostre consecutive, Le Stanze, il primo di una serie di complessi lavori articolati nell’arco di un anno, chiamati “continenti di tempo”, come Anno Bianco (1989) e Tartaruga Felice (1992).
Nel 1978 tiene una mostra nel corso della quale presenta due fondamentali direzioni della sua futura ricerca e produzione artistica: Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione.
All’inizio degli anni Ottanta realizza una serie di sculture in poliuretano rigido, tradotte in marmo per la mostra personale del 1984 al Forte di Belvedere di Firenze. Dal 1985 al 1989 crea la serie di volumi “scuri” denominata Arte dello squallore.
Nel corso degli anni Novanta, con Progetto Arte e con la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee, mette l’arte in relazione attiva con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società.
Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia. Nel 2004 l'Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasione l'artista annuncia quella che costituisce la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso.
Nel 2007 riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d'arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo”. Nel 2010 è autore del saggio Il Terzo Paradiso, pubblicato in italiano, inglese, francese e tedesco. Nel 2012 si fa promotore del Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, festeggiata ogni anno il 21 dicembre con iniziative realizzate in tutto il mondo.
Nel 2013 il Museo del Louvre di Parigi ospita la sua mostra personale Michelangelo Pistoletto, année un - le paradis sur terre. In questo stesso anno riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura.
Nel maggio del 2015 la Universidad de las Artes de L'Avana gli conferisce la laurea honoris causa. Nello stesso anno realizza un'opera di grandi dimensioni,
Intitolata Rebirth, collocata nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel 2017 viene pubblicato il suo testo Ominiteismo e Demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società.
Nel 2021 viene inaugurato a Cittadellarte l’Universario, spazio espositivo in cui l’artista presenta le sue più recenti ricerche, e nel dicembre del 2022 è pubblicato il suo ultimo libro, La formula della creazione, in cui ripercorre i passi fondamentali e l’evoluzione del suo intero percorso artistico e della sua riflessione teorica.
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