L'arte di Ravà nasce da una profonda conoscenza della cultura ebraica, nella quale ha le radici la sua storia personale e familiare. La sua singolare cifra stilistica è il frutto di diverse esperienze filosofiche e artistiche, che comprendono il pensiero mistico anticoma ricordano anche più moderne contaminazioni con il graffitismo di Haring, o con le precedenti esperienze post belliche legate al segno e alla ricerca calligrafica che Ravà ha implicitamente compreso grazie alla pratica della grafica.Tra gli ingredienti della sua cultura complessa, emerge soprattutto l'esoterismo derivante dagli studi della Kabbalah e della Ghematria. Secondo la Kabbalah le forze di un ordine superiore agiscono nel mondo in un sistema complesso di segni correlati. L'universo è creato attraverso la parola e ogni parola per la Ghematria ha un corrispettivo numerico che svela un mondo di perfette combinazioni di senso. Attraverso un paziente lavoro l'artista, Moderno Alchimista, scopre il riconoscimento dei legami antichi e ricompone l'ordinata perfezione del mondo, essenza di vera bellezza tra l'Infinito e il finito. La nuova scintilla della conoscenza brilla più dell'oro. Nelle creazioni di Ravà tutto è illuminato, come gli antichi mosaici bizantini della Venezia che gli è familiare o come la mappa siderale degli astri. La sua è una pittura vibrante di luce, nella quale lettere e numeri percorrono ogni dettaglio del reale, in labirinti spiazzanti o in immagini incantate, rivelando altri mondi, definiti e commensurabili. È un felice proliferare di segni, che annulla la distinzione tra soggetto e sfondo e sembra proseguire, inarrestabile, al di là del finito limite del quadro.
Maria Angela Giubelli