VISIONI DELL’INFERNO propone la rievocazione della prima Cantica dantesca affidata a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli. L’Inferno in versione ottocentesca non poteva che essere quello, universalmente noto, del francese Gustave Doré, di cui in mostra sarà l’intero corpus di 75 tavole. Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite le immagini di “Dante’s Inferno (1958–60)” dello statunitense Robert Rauschenberg. Un’artista donna, la tedesca Brigitte Brand è stata, infine, chiamata ad illustrare l’Inferno con occhi e sensibilità di oggi. L’artista propone in mostra anche un Omaggio alla Grande Quercia, l’albero cui Dante sarebbe stato tributario della propria salvezza. Alla Grande Quercia di Dante, nello stesso Palazzo Roncale, è riservata un’ampia sezione documentativa. La mostra ripercorre i 33 canti, oltre all’Introduzione, della Cantica. Ciascuno è introdotto dai versi più famosi e da una breve sintesi, a complemento delle tavole dei tre artisti. “Gustave Dorè (presente in mostra con le tavole di una grande collezione parmense) è riuscito nella impresa di rappresentare in segni grafici e forme, quanto i versi di Dante hanno espresso in una delle opere poetiche più elevate di ogni tempo. “E proprio le illustrazione realizzate per l’Inferno sono – afferma Alessia Vedova – il suo vero capolavoro tanto da essere entrate a far parte dell’immaginario collettivo”. “(…) come non si può pensare al regno di Lucifero senza rammentare i versi dell’Alighieri – sostiene Mauro Carrera – così non possiamo non far corrispondere alle parole delle visioni più o meno precise. Pertanto, sebbene all’interpretazione iconografica degli inferi si siano cimentati diversi grandi artisti, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento la prima visione a comparire nella mente è spesso una delle tavole realizzate sul tema da Gustave Doré”. Per rappresentare il suo Inferno, Rauschenberg scelse la tecnica del disegno di riporto (transfer drawing), combinando i suoi disegni e acquerelli con immagini trasferite dalle pagine di riviste patinate. “Egli – scrive Barbara Codogno – riporta a galla l’Inferno, contestualizzandolo in una dimensione contemporanea. Le immagini “sorgente” usate da Rauschenberg mettono infatti in relazione la vita politica e l’anima sociale americana del Dopoguerra con la narrazione epica di Dante, entrambe unite da un’ineluttabile discesa agli inferi”. Le tavole del Dante’s Inferno qui esposte sono parte della tiratura che Rauschenberg autorizzò al gallerista Lucio Amelio. La cartella destinata a questa mostra era quella personale del celebre gallerista. Accanto a due cicli celeberrimi, la mostra propone una prima assoluta. L’Inferno letto con la sensibilità dei nostri tempi dall’artista tedesca Brigitte Brand, che ha scelto il Parco di un altro fiume, il Sile, come buen retiro per realizzare questa sua monumentale opera. “La potente fascinazione dell’Inferno dantesco l’ha portata – scrive Virginia Baradel – a rielaborare il bagaglio dei suoi appunti visivi sulla Commedia umana, osservata alle diverse latitudini del pianeta, con i luoghi e le figure del primo Cantico del Poema. Nella trasfigurazione, piccoli segni vaganti in spazi sulfurei e vorticosi sembrano narrare le vicende e i protagonisti dei canti, ora sollevati da onde di colore, ora affiancati da citazioni iconiche legate alla vita quotidiana”. “Visioni dell’Inferno” si allarga ad altre testimonianze, a sottolineare la fascinazione delle Commedia lungo i secoli sino alle forme contemporanee di espressione. Dall’Accademia dei Concordi e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo sono state concesse alla mostra alcune preziose, antiche edizioni della Commedia, mentre un corner sarà riservato all’originale volume “L’Inferno di Dante. Una storia naturale” (Mondadori, 2010) illustrato e commentato da Patrick Waterhouse e Walter Hutton, due giovani artisti in residenza a Fabrica, il laboratorio creativo di Benetton. Un ulteriore corner propone l’ Inferno di Topolino del 1949, disegnato da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche. La mostra sarà scandita da un ciclo di conferenze, aperte a tutti, per approfondire temi storici, scientifici, politici e artistici collegati ai tempi di Dante. La prima, in programma giovedì 5 marzo, alle 17,30, in Accademia dei Concordi, sarà tenuta dal prof, Leopoldo Benacchio, già prof, ordinario dell’Osservatorio Astronomico di Padova ed avrà per titolo: ‘Dante guarda il cielo’. La visione del cielo e dell’astronomia che si aveva ai tempi di Dante. ‘La politica, l’esilio e il ‘poema sacro’: come nasce un profeta’ é il titolo della conferenza programmata per il 13 marzo, ore 17,30, a Palazzo Roncale, a cura del prof. Marco Sant’Agata, scrittore, critico letterario e docente di letteratura italiana all’Università di Pisa. Tra i massimi esperti di Dante e Petrarca. Di recente ha pubblicato: ‘Dante. Il romanzo della sua vita’. Giovedì, 26 marzo, alle 17,30, a Palazzo Roncale, Francesco Parisi, docente di tecniche incisorie all’Accademia di Belle Arti di Macerata e autore di saggi e articoli sulla storia della grafica italiana ed europea, parlerà sul tema: ‘La fortuna di Dante nella grafica europea dal neoclassicismo agli albori del modernismo’. Parisi è anche annoverato tra i maggiori incisori italiani. Mauro Carrera, scrittore e critico d’arte, sarà a Rovigo, a Palazzo Roncale, il 23 aprile, ore 17,30, per un incontro su ‘La Divina Commedia’ di Doré. L’aldilà nell’immaginario collettivo moderno ‘. Carrera ha lavorato alla mostra ‘Divina Commedia. Le visioni di Doré, Scaramuzza e Nattini, tenuta alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, Parma e al MAR di Ravenna. Il ciclo di conferenze si chiude martedì 26 maggio, ore 17,30, a Palazzo Roncale, con l’intervento di Massimo Cacciari, accademico, filosofo, saggista e politico italiano. Ai presenti parlerà di: ‘Dante profeta’.
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